Viaggio tra i sindaci che resistono alla speculazione energetica (e tra quelli favorevoli) – S’Imprenta, rassegna stampa dalla colonia

de Ivan Monni

Il dibattito questa settimana è incentrato principalmente su due cose:
– gli assessori regionali hanno preso possesso delle cariche
– l’assalto (parola abusatissima, ma che rende l’idea) speculativo e la posizione di alcuni sindaci

Del primo punto sono pieni i giornali, segnaliamo solo che “Rombo di Tuono” (quello vero) parlava poco e agiva molto. Bartolazzi non sa nulla di Sardegna, per lui tutto il mondo è paese, buca la prima riunione in presenza, e come nelle migliori intenzioni di chi va in palestra, comincia da lunedì. Inghitzaus beni!

Ricordiamo che la sanità sarda è a carico dei sardi, che riguarda il 40% del bilancio sardo, che attorno girano appalti a parecchi zeri, e che Bartolazzi è stato nominato direttamente da Roma (dell’accento non ci interessa nulla) cioè da Conte.

Todde afferma di aver scelto Lo Russo (in quota 5stelle) perché era colui che, dal governo italiano, «ha impugnato le leggi regionali negli ultimi anni e conosce molto bene quali sono i nostri punti deboli e saprà consigliarmi molto bene sulle cose che non dovrò fare».
In pratica sarà il signor-non-si-può-fare e censurerà a priori qualsiasi tentativo di conflitto con lo stato italiano. Ha fornito la migliore motivazione per non presentarlo.
Addirittura Cappellacci lo attacca da un punto di vista autonomistico: «Ostile all’autonomia sarda». «Lui il responsabile, dal 2011 al 2014, dei ricorsi alla Corte Costituzionale contro l’Isola». Inghitzaus beni/2

Di Cani all’industria ci aspettiamo il peggio possibile, la sua proposta va verso il consumo della terra e non verso il fotovoltaico sui tetti.

Non contano solo le competenze, come Todde ripete ogni due secondi, ma anche la visione che portano, che stanno all’opposto degli interessi sardi.

Peggio di così non poteva presentarsi il governo a trazione più contiana che grillina. Unica nota positiva, Ilaria Portas, che aveva accolto l’appello dell’Assemblea Natzionale Sarda e aveva fatto campagna elettorale in lingua sarda. Promette interventi sulla limba.
Eus a benni a biri.

Del secondo punto (speculazione eolica) invece, si parla molto spesso tenendo conto del punto di vista degli speculatori (le multinazionali) che imperversano liberamente, sulla base del quadro legislativo coloniale approntato dallo stato (l’Italia, appunto).

Su queste pagine ci siamo concentrati molto spesso sull’altro lato della questione, cioè la resistenza dei comitati che, lo ripetiamo per l’ennesima volta, non sono contrari alla transizione, ma contro la speculazione e contro un sistema che impone nuove servitù, non a misura dei sardi.

Spiace che alcuni giornalisti, in questo caso Benoni e Follesa da Radio X, nella puntata dell’8 aprile divulghino cattiva informazione, per cui i Comitati sarebbero contro la transizione, o addirittura contro l’energia elettrica. 
Velo pietoso sul giornalismo sardo, disinformato e disinformante.

Oggi vediamo la posizione di alcuni sindaci, come si pongono nei confronti della transizione e della speculazione e quali gli atti a sostegno dei proclami.

Non possiamo non partire da Maurizio Onnis, sindaco di Villanovaforru, che della lotta contro l’eolico imposto nei territori è stato uno dei pionieri. Scrittore ed intellettuale, è cofondatore de sa Corona de Logu, un rassemblement di amministratori indipendentisti.
Nel 2014, è stato portavoce del comitato “Fuori dalle Pale“, che si è opposto, vincendo, alla speculazione eolica. Una battaglia di oltre 10 anni fa che, con il sommarsi delle servitù nuove e delle mille vertenze, era finita nel dimenticatoio dell’opinione pubblica. È tutt’ora in prima linea nella battaglia contro la speculazione energetica.

Nell’autunno 2020 ha iniziato il processo per la creazione della Comunità Energetica Rinnovabile “Biddanoa De Forru”, composta da una quarantina di soci fondatori.
A luglio 2021, i soci hanno firmato l’atto costitutivo e nel 2023 sono arrivati i primi incentivi dal GSE.

Nel 2021 aveva scoperto una trattativa per la vendita di 30 ettari delle colline di Villanovaforru ai costruttori di pale eoliche. Promuove il confronto e la coscienza sull’importanza del territorio, spingendo gli agricoltori a non vendere i terreni, nonostante le offerte di soldi facili.
«Duemila euro l’anno per i terreni? Bastoni tra le ruote a chi accetta».

Anche Ussaramanna ospita una comunità energetica, con un impianto fotovoltaico da 11 kW, già realizzato sul tetto del Municipio e già in produzione, e un nuovo impianto, da 60 kW, appena installato sulla copertura del Centro di Aggregazione Sociale (C.A.S.).

Bonnannaro dal 2022, per opera del sindaco Giovanni Carta, ha dato via alle procedure per costituire la “Comunità energetica di Bonnanaro”.

Questi comuni indicano oggi la via ad una transizione alternativa a quella in atto.

Questa settimana alcuni sindaci sono stati protagonisti di alcune novità. Giacomo Porcu, del Comune di Uta, “ha presentato un ricorso straordinario al presidente della Repubblica per fermare l’impianto fotovoltaico “Sardinia Agrivolt” da 99,792 megawatt che dovrebbe essere realizzato nella zona di Su Coddu de sa Feurra.

Il sindaco di Pula, Walter Cabasino, ha ricevuto Fabrizio Puddu, Stakeholder Manager della società Renantis (riconducibile alla JP Morgan) ed ha respinto la richiesta di posizionare l’eolico offshore, invitando tutti i comuni della costa a procedere con voce unitaria nei confronti di Todde.

[Aggiornamento al 19/04/2024] Ci segnalano che anche il comune di Teulada ha votato all’unanimità un documento contro la speculazione energetica, perché “i valori identitari della Terra Sarda non sono negoziabili”.

La sindaca di Maracalagonis, Francesca Fadda, si schiera contro il “Parco eolico nell’altopiano di Baccu Mandara dove è prevista l’installazione di quattordici mega pale eoliche, sostenendo che «solo ora scopriamo che il nostro Comune è interessato da questo intervento». Il Consiglio Comunale è stato convocato in seduta straordinaria urgente  per il 3 aprile alle 10,30 per discutere della «Procedura di valutazione di impatto ambientale del progetto denominato Bruncu Lianu».”

Il Comitato di Gallura sta da tempo facendo pressing su tutti i sindaci, per sensibilizzarli ad una presa di posizione, con ottimi risultati.

Carlo Viti, Sindaco del Comune di Sant’Antonio di Gallura, si oppone alla speculazione, collaborando con il Comitato di Gallura contro la speculazione.

A Luras, il sindaco Azzena si schiera contro la speculazione: “No alla svendita alle multinazionali”.

Il progetto, proposto dalla società “Enel Green Power Italia s.r.l.”, prevede la realizzazione di impianti eolici onshore della potenza complessiva di 54 MW e nel comune di Telti si sono schierati contro.

Roberto Ragnedda, sindaco di Arzachena si schiera contro ogni speculazione eolica e fotovoltaica e per il governo della transizione energetica in Sardegna.

Anche ad Aggius si schierano contro ed a Luogosanto esplode la rabbia contro pale e fotovoltaico.

Al Comune di Tempio Pausania, dopo diversi pressing da parte del Comitato, si studiano proposte per bloccare la speculazione.

Scendendo al centro Sardegna, in data 5 marzo il Consiglio Comunale di Genoni, all’unanimità, ha espresso parere negativo su due nuovi progetti per impianti eolici di grosse dimensioni, attualmente in Valutazione di Impatto Ambientale.

In passato c’era stata la mobilitazione del Sindaco di Oristano, Massimiliano Sanna, che aveva convocato la mobilitazione di 87 sindaci.

L’ANCI, l’associazione dei comuni, prima di pronunciarsi ha tergiversato parecchio. Ma alla fine, ad agosto 2023, ha scelto di schierarsi per la moratoria.

Addirittura le Pro Loco si schierano contro la speculazione, e la Diocesi di Tempio Ampurias tuona contro l’impianto non distante dalla chiesa romana di San Pancrazio di Sedini (ed inizia una battaglia legale, perché non di sole preghiere si vive).

Sempre in campo ecclesiastico/beni identitari, incredibilmente, lo stato italiano, per mano del consiglio di stato, boccia il ricorso della regione Sardegna contro l’impianto vicino alla chiesa di Saccargia. Il ministero per la Transizione ecologicaconferma l’interesse pubblico all’incremento di produzione di energia da fonti rinnovabili, quale permanente obiettivo primario a livello nazionale“. La Regione dovrà, inoltre, pagare le spese legali.

L’articolo 4 dello statuto speciale sardo, che fornisce le prerogative alla Sardegna in materia di energia, viene stralciato ed umiliato per un fantomatico “interesse statale”, nelle cui pieghe si nasconde la speculazione.
Lo statuto sardo è morto e sepolto, iniziare un percorso indipendentista è l’unica strada possibile, in questo contesto.

Chiesa di Saccargia, Sassarioggi.it

Altri sindaci, invece, si sono schierati perlopiù a parole, contro la speculazione eolica, ma alla prova dei fatti, vuoi per timore di contraddire ordini dall’alto, vuoi perché favorevoli, o vuoi per chissà quale altro motivo, non prendono posizione con atti concreti.

Del sindaco di Selargius, Pierluigi Concu, abbiamo scritto fiumi di parole, rimandiamo agli articoli precedenti.
Nonostante abbia accolto favorevolmente il Tyrrhenian Link, la sua amministrazione, sotto fortissime pressioni del comitato cittadino, ha votato un ricorso straordinario al presidente della repubblica (ma lui si è astenuto sul voto e un pezzo della sua maggioranza è uscita nel tentativo di far mancare il numero legale).

Notizia di giovedì 11 aprile riportata dal sindaco al Consiglio comunale selargino: il ricorso straordinario al presidente della repubblica non viene trasposto al TAR. Proseguirà l’iter presso il Consiglio di Stato, che è inappellabile, dunque si chiuderà più in fretta.

In aula, si discute anche della strana “esercitazione biancadell’esercito (secondo fonti ufficiali) che si svolge nelle campagne di Su Pardu, dove sorgeranno le stazioni Terna, e in quelle di Quartucciu, dove sorgeranno le batterie Bess.

Mentre il sindaco Concu, rispondendo alla richiesta della consigliera Olla, dichiara di essere stato contattato dal Colonnello della Brigata Sassari per riferire (a cose fatte) dell’esercitazione, citando un’attività simile al “footing” (parole testuali), l’assessore al bilancio di Selargius, Porqueddu, azzarda una fantasiosa ricostruzione sulla presenza dei militari.
Secondo Porqueddu erano lì per esercitarsi in vista della prossima missione in Somalia o in Afghanistan, in un ambiente simile a quei territori. Il consigliere Lilliu, giustamente, gli fa notare che in oltre 23 anni di missioni in Afghanistan e 35 in Somalia, mai si erano esercitati a Su Pardu, e la coincidenza con la presenza del cantiere di Terna è alquanto sospetta.

Questo è il livello della discussione in quel di Selargius, diventato improvvisamente centro del mondo, tra speculazioni, espropri, ricorsi, esercitazioni “footing” militari, digos, affari miliardari, lotte politiche, espianti di ulivi e vigne.
Più che Trono di spade, “Trone àxina” (“grappolo d’uva” per i non sardofoni).
Nella stessa seduta si scopre che Terna espianterà e reimpianterà altri 74 ulivi, dopo che anche gli altri 134 erano stati già reimpiantati e sono in stato di grave stress (non sono stati trattati secondo le giuste procedure, a detta degli agricoltori del Comitato, e sono in grave sofferenza).

A Quartucciu è scontro tra maggioranza e minoranza, per le batterie Bess che verranno installate per essere collegate al Tyrrhenian Link: “La destinazione d’uso produttiva dell’opera è tipica di una zona industriale. Ma la possibile presenza di reperti archeologici è stato per la maggioranza un ghiotto pretesto per non prendere posizione: un maldestro tentativo per spostare l’attenzione dell’opinione pubblica dal conflitto di interessi che riguarda il sindaco”.

Foto: Paola Cocco

Infine, Graziano Milia, storico e giornalista, sindaco di Quartu S.E., vero e proprio ispiratore di questo articolo.

Favorevole all’eolico offshore (Milia: “Con l’eolico in mare noi Sardi protagonisti della costruzione del nostro futuro”) su questa posizione, in passato, ha anche patrocinato e si è schierato a favore di un workshop con una scolaresca (Eolico: in Sardegna un progetto a misura di bambino) organizzato da Renantis (la stessa azienda oggi riconducibile a JP Morgan, che a Pula vogliono bloccare) e BlueFloat Energy.

workshop a Quartu S.E., foto ANSA

Terna ha iniziato i lavori a Terramala, propedeutici allo sbarco del cavo, ed il Comitato selargino No Tyrrhenian Link si è duplicato generando il gemello quartese.

Dopo l’irruzione del Comitato alla presentazione del piano per il litorale nel consiglio comunale di Quartu S.E, dello scorso 4 aprile, Milia diffonde un video («Porterà energia, basta tesi da No Vax») in cui dice che nell’immediato serve per portare energia dalla Sicilia, e solo nel futuro sarà il contrario. Cioè, Milia conferma la speculazione nel lungo termine ma si concentra nell’immediato, ragionando sul breve termine.

Non proprio una visione lungimirante, soprattutto perché parliamo di un investimento di 3,7 miliardi. Milia dice testualmente che esporteremo energia fra “10-15 anni”. Ma fra 15 anni sarà disponibile lidrogeno, è lì che bisogna investire (oggi!!!) e non in soluzioni di retroguardia.

Una brutta caduta di stile, quando associa la questione Tyrrhenian Link ai novax, non si capisce per quale motivo, se non perché non riesce a trovare argomenti validi. Si può giustificare solo con un certo nervosismo. Da un lato vorrebbe minimizzare, dall’altro non può ignorare la protesta che monta da parte dei suoi cittadini.
L’ascia di guerra è stata dissotterrata, e il Comitato risponde con durezza.

Ricordiamo le parole di Giacomo Donnini, manager di Terna, a proposito del Tyrrhenian Link, che smentiscono quelle di Milia: “una rete che consenta di prelevarla dove viene prodotta e di portarla dove viene consumata,  sostanzialmente quindi da Sud verso Nord, dove si concentra la maggior parte dei consumi civili e industriali“.
Novax anche lui?

C’è poi la questione del mancato coinvolgimento/informazione dei cittadini che a Terramala ci abitano che, come quelli di Selargius, non hanno avuto informazione, se non a tempo scaduto.

Non è finita qui.
In questo contesto, qualche giorno dopo il video di Milia, e dopo la scoperta dei militari in esercitazione, arriva tramite la pagina Facebook del Comitato NO Tyrrhenian Link, un documento della Capitaneria di Porto. Si scopre che il 25 aprile scadono i termini per opporsi allo concessione dell’area marina dove sbarcherà il Tyrrhenian Link a Terramala. Secondo il documento, datato 5 aprile, la Capitaneria di Porto concede 20 giorni per opporsi alla richiesta di Terna sulla “concessione demaniale marittima cinquantennale per l’occupazione e l’uso delle porzioni di mare territoriale interessati dalla tratta sottomarina”.
20 giorni per studiare mancanze e rilievi.
Chiesto l’accesso agli atti, si scoprono oltre 200 documenti pdf da studiare, trovare incongruenze, per poi redigere le obiezioni: tutto entro il 25 aprile.
La lotta è contro il tempo.
Più che una transizione è una transiazione energetica.

Ci sono poi alcuni aspetti sociali che, per un sindaco come Milia, che proviene dal mondo della sinistra, dovrebbero essere prioritari: eolico significa grandi impianti, cioè grandi capitali.

La marea di soldi del Pnrr andrà dritta dritta nelle tasche delle multinazionali che, molto spesso, con srl con capitale sociale di 10.000 euro nascondono finanziarie più grandi.
Ai cittadini spetterà la restituzione del finanziamento del Pnrr di cui non avranno usufruito per niente. Non solo. Fra 30 anni, le srl, esauriti i finanziamenti, avranno già chiuso bottega.
Cominciamo a mettere soldi da parte, dunque, ci spetterà il conto dello smaltimento delle ferraglie arrugginite.

Il fotovoltaico sui tetti rappresenta, invece, l’unico modo per una transizione sostenibile dal punto di vista del paesaggio e per sostenere economicamente le famiglie e le aziende locali, che smaltiranno (principalmente semplice vetro e alluminio) di tasca loro. Ma solo dopo aver beneficiato dei vantaggi economici.

Il punto non è la transizione, ma come hanno deciso di farla. Almeno con il Piano di Rinascita hanno fatto finta di creare un’industrializzazione a vantaggio della Sardegna, e le cattedrali nel deserto erano localizzate in poche aree. Qua devastano tutto il paesaggio, capillarmente, e senza che sia stata studiata per i fabbisogni dei sardi: nasce per i fabbisogni della geopolitica internazionale in seguito alle sanzioni alla Russia, da cui le scadenze troppo strette per usufruire dei finanziamenti per la transizione.
Che nasce frettolosa, caotica e cieca. Non a misura nostra.

Milia sembrerebbe essere un caso isolato nel panorama dei sindaci sardi, almeno tra chi si schiera apertamente.
Mentre JP Morgan prende possesso del Golfo degli Angeli.

Sabato 20 aprile, tutti i Comitati sardi si riuniscono a Terramala per una grande Manifestazione contro la speculazione energetica in Sardegna.

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