Tragicommedia “decadentista” in casa Todde (e sui corpi intermedi nella società sarda) – S’Imprenta
S’Imprenta – Rassegna stampa dalla colonia
Tutti i sabato mattina su S’Indipendente
La vicenda Todde viaggia su due piani: uno giuridico, uno politico.
Sul primo non c’è concordia tra giuristi, peraltro le opinioni non vanno mai in contrasto con gli interessi dello schieramento di appartenenza.
I punti principali di disaccordo sono:
– il Collegio regionale di garanzia elettorale non è atto a dichiarare la decadenza, ma può solo infliggere una multa
– la decadenza di un consigliere regionale (e dunque anche del Presidente della Giunta) può invece essere comminata nel solo in caso di superamento del tetto di spesa (Giovanni Dore, che ha incarichi con la giunta Todde)
– Todde è consigliera in quanto eletta presidente, dunque in un secondo livello, per cui non valgono quelle regole per i consiglieri (sempre Dore)
– nessuna delle condizioni esistenti vale la decadenza (Omar Chessa), questa si applica solo nel caso di mancato deposito della dichiarazione sulle spese elettorali a seguito di diffida a depositare; e nel caso di superamento dei limiti massimi di spesa consentiti.
– è una questione formale, non sostanziale (un brufolino, secondo Benedetto Ballero).
Intanto la procura ha aperto le indagini, per ora senza indagati e senza alcuna ipotesi di reato.
Il problema maggiore è politico: chi si fida più di Todde?
Ha dimenticato formalità basilari racchiusi in 7 punti, tra cui quello di indicare il mandatario e di aprire un conto corrente dedicato, così come in passato non si era opposta (dimenticata?) al repowering di Saccargia, secondo la sentenza del TAR;
Ha mentito diverse volte: il 17 giugno 2024, quando dichiarava di aver “sostenuto spese per complessivi 90.629, 98 euro e di aver ricevuto contributi e/o servizi, come da dichiarazione allegata, per euro 90.670,01”; il 3 e 4 dicembre 2024, dichiarava di non aver sostenuto spese, ma che aveva usufruito solo di materiale fornito dal partito; il 10 marzo 2024 da Formigli aveva dichiarato di essersi pagata da sola la campagna elettorale;
Ha approvato la legge 20 (aree idonee) che permette alle multinazionali di spadroneggiare in Sardegna, il governo italiano ha già approvato due impianti nelle aree non idonee.
Il dibattito è surreale, Todde si arrampica sugli specchi, in una spirale di bugie senza fine, questa volta sulla vittoria del ricorso sul Taloro, la centrale idroelettrica che diventa di gestione della Regione Sardegna.
Non finisce di dire che: “È stata recentemente depositata l’importante sentenza della Corte di Cassazione che accoglie il NOSTRO ricorso contro Enel in merito alle concessioni delle centrali idroelettriche del sistema Taloro”
… che subito viene smentita dal coordinatore dei Riformatori Salaris: «Todde si prende meriti che non ha, un traguardo raggiunto grazie al lavoro delle passate legislature».
Todde sembra un pugile alle corde, il che solletica un Solinas particolarmente ringalluzzito dalle disgrazie altrui («Competenza, capacità e legalità? Ora si sgretola tutto») trova le forze per attaccare Todde, ma il pulpito non era immacolato, per cui viene bersagliato dai Cinque Stelle ( «Non ci facciamo di certo intimidire da un ex presidente della Regione che non ha lasciato la poltrona neanche dopo essere stato travolto da una tempesta giudiziaria fatta di sequestri e gravi accuse penali»).
La solita risposta è del tipo “e allora gli altri” che a turno usano, a mo’ di infantile specchio riflesso, per non rispondere. Infatti Solinas risponde con un altro specchio riflesso “Loro devono rendere conto, non io”. E nessuno rende conto!
Il caos è grande, qualche burlone fa circolare nelle chat una fake news (Todde pronta a dimissioni, falsa notizia attribuita all’ANSA).
Da notare che nessuno chiede il ritorno alle elezioni, nemmeno l’opposizione.
Tutti tranne uno: proprio Solinas, che infatti non ha rappresentanti in regione, dato che i tre eletti erano passati a Forza Italia.
Todde a dicembre ha scelto di affrontare il tema sanità trascurando il bilancio (il governo sardo lavora ad un tema alla volta?) per cui siamo in esercizio provvisorio.
Alla commissione sanità l’assessore Bartolazzi riesce a dichiarare, (dopo dieci mesi del suo assessorato) che «Abbiamo toccato il fondo, si può solo migliorare», e, ambarabà-ciccì-coccò, l’autogoal è servito un’altra volta.
Ma ieri, vista l’impasse della riforma della sanità, avviene un contro ordine, si cambia nuovamente, ora la priorità è il bilancio.
Seppur non richieste, da qualche giorno si ragiona giocoforza sulle elezioni, candidati (Nizzi al cdx?), alleanze, coalizioni, le macchine elettorali riscaldano i motori.
Chi voleva riformare la legge elettorale potrebbe non avere più tempo a disposizione, per cui, chi porta avanti la battaglia deve quagliare alla svelta.
Ci lavorano e richiamano l’urgenza della modifica Sardegna chiama Sardegna (comunicato), Sardigna Natzione (comunicato), Liberu (comunicato), Rossomori (comunicato di Lucia Chessa), Repùblica (Sito), Progres (post di Adriano Sollai) e altri soggetti politici. La Rete Pratobello24 aveva dichiarato, con un comunicato, di voler intervenire sulla legge.
È il caso che questi soggetti si parlino tra loro, alla svelta.
La sentenza sulla decadenza arriverà (tempo 90 giorni), nel frattempo sono necessari alcuni ragionamenti a voce alta.
Sono diverse le voci che hanno chiesto un passo avanti ai comitati della Pratobello24 nel circuito elettorale, in caso di elezioni, ma sarebbe un grave errore.
È più importante ragionare in ottica di medio-lungo termine, gli elettoralismi disturbano queste logiche, per uscire dalla crisi sarda, che non è quella di Todde, quella al massimo ha riattivato i comitati elettorali dei partiti, e terrorizzato i consiglieri eletti da nemmeno un anno.
La crisi sarda è prima di tutto politico-culturale, e parte da molto lontano: pensare che la caduta di Todde (piazzata da Roma per completare il compito aree idonee) si risolva rimpiazzandola con la destra italiana, sciovinista e se possibile ancora più coloniale è un errore che si ripete da 70 anni.
Le due coalizioni italiche sono il male della società sarda (non l’unico) in quanto cinghie di trasmissione del colonialismo italiano: dunque vanno rigettate a mare entrambe.
I corpi intermedi tra popolazione e istituzioni
A monte di qualsiasi partito o movimento elettorale, è più importante che nasca nella società, e che duri in un periodo medio-lungo, una forte struttura di corpi intermedi.
I partiti non rappresentano più la società, si sono mediatizzati (fenomeno presente in tutto il mondo) la breve battuta efficace in TV crea più consensi dei lunghi discorsi sul palco. La selezione “naturale” dei politici avviene attraverso la telegenicità sui media, i circoli territoriali hanno perso la funzione gavetta, dato che non esistono quasi più.
Ma la TV è coloniale, i sardi si abbeverano dalle trasmissioni italocentriche, dai TG, ai talent show, ai talk show politici.
Contrapposti ai partiti italiani calati dall’alto, la società sarda deve far emergere i suoi anticorpi, le cinghie di trasmissioni anti-coloniali, che muovono dal basso.
È fondamentale che si radichino nel medio e lungo termine, è l’unico cambiamento possibile. Puntare tutto su una lista elettorale farebbe naufragare definitivamente sia il movimento di lotta attuale che quello elettorale: per sincerarsene è sufficiente andare a vedere che fine hanno fatto le liste elettorali (fuori dai due schieramenti italiani), da quando è presente questa legge elettorale: tutte morte, o al limite irrilevanti.
I comitati contro la speculazione energetica possono rappresentare la vera macchina anticoloniale, una opposizione di controllo e cittadinanza attiva nel territorio, che produce resistenza, elabora nuove ragioni e favorisce il benefico senso di distacco rispetto a quello che succede nel palazzo coloniale italiano, creando uno scollamento tra obiettivi italici ed esigenze sarde.
È necessario che si strutturino per confrontarsi in processi democratici partecipati, dialogando con gli altri comitati/associazioni di difesa del territorio (NoScorie, anti basi militari, ecc.).
Continua intanto il trasporto Oristano-Villacidro, le maxi pale eoliche viaggiano scortate di notte: blocchi sulla Statale (il video della mega pala). I mezzi di trasporto hanno le autorizzazioni scadute. Nessuna autorità le ha controllate.
Nel sud Sardegna inizia la bonifica dalle bombe e indagini sul fondale per l’approdo del Tyrrhenian Link.
Al Porto Canale di Cagliari sono presenti alcuni cilindri della Nexans, l’azienda che ha vinto l’appalto per piazzare il cavo del Tyrrhenian Link. Dunque, Terna procede spedita senza tener conto del ricorso straordinario al presidente della repubblica ancora in corso, in sfregio alla protesta della popolazione.
Invece, riguardo al parco fotovoltaico bloccato a Uta, la società si rivolge al Tar Sardegna. Il Grig dichiara “Pronti a difendere il territorio”
Tra i corpi intermedi, i sindacati storici sono troppo compromessi con il sistema colonizzatore, eccetto la CSS (confederazione sindacale sarda), nata negli anni del sardismo, che ancora partecipa alle lotte non solo relative al lavoro, ma anche a quelle ambientali. I sindacati italiani si muovono nei giochi di potere d’oltremare.
Due associazioni possono essere un punto di riferimento politico-culturale.
ANS, Assemblea Natzionale Sarda (di cui fa parte anche S’Indipendente), è un’assemblea nata per creare coscienza nazionale sarda con eventi nel territorio, e due macro eventi all’anno: Sa Die de sa Sardigna, a Cagliari e Fàulas, il festival che ribalta I luoghi comuni sulla Sardegna (“siamo divisi“, “da soli non ce la facciamo“, ecc.) che ci limitano senza portare benefici alcuni.
Corona de Logu, è un raggruppamento di amministratori indipendentisti, senza riferimenti a nessuna lista o schieramento in particolare, ma che si pone come aggregatore (a posteriori) di amministratori eletti. È un ponte tra la società civile e le istituzioni. Potrebbe diventare un punto di riferimento per tanti sindaci, consiglieri comunali e amministratori provenienti dal civismo o che sono slegati dai partiti coloniali che attualmente operano singolarmente.
Tra i motori culturali ci sono, inoltre, varie associazioni, tra cui Spaciada sa Bregùngia (attivo nella lingua sarda), Storia sarda in s’iscola (che ha creato materiali didattici gratuiti sulla storia sarda per le scuole), Filosofia de Logu (un collettivo che ha l’obiettivo di decolonizzare il pensiero in Sardegna), EJA-TV (una Tv integralmente in lingua sarda).
I partiti e movimenti indipendentisti, al di fuori del momento elettorale, diffondono l’idea anticoloniale (storicamente molte battaglie sono nate da questi partiti), e sono attivi dentro i vari comitati. È comunque necessario che la società sarda, parallelamente ai corpi intermedi, riesca a creare delle alternative ai due grandi schieramenti partitici coloniali, per cercare di intaccarne il potere e creare azioni di disturbo dall’interno.
E poi c’è l’informazione
Il contesto è quello globale, che da almeno 20 anni vede il cartaceo perdere colpi rispetto al digitale, con quest’ultimo distribuito gratuitamente, per cui il mondo del giornalismo è in crisi. Negli Usa, la stampa locale perde copie, diversi giornali chiudono, alcune aree rimangono scoperte (deserti informativi), i posti di lavoro nel settore sono in calo, le proprietà si stanno concentrando. Cresce solo il digitale, ma stenta a sostenersi economicamente.
In Sardegna, pare che ritirarsi dalla politica attiva e dedicarsi alle inchieste faccia bene.
Mauro Pili da circa quattro anni è posizionato sulle inchieste anticoloniali, non solo sulla speculazione energetica, ma su basi militari, su fanghi, scorie nucleari, sulla Portovesme, sulla RWM.
Rimane un mistero sul perché Zuncheddu abbia accettato questa linea editoriale anticoloniale, ma va bene così. Il gruppo Unione Sarda, cartaceo, digitale, radiofonico, televisivo si è dimostrato nel 2024 parecchio influente, mentre la Nuova Sardegna può contare solo sul giornale cartaceo e digitale (incluso Sardinia Post, che fa parte dello stesso gruppo) e deve affidarsi al gruppo Unione per la stampa.
Paolo Maninchedda, sul suo blog/testata, invece, è specializzato in soffiate dal mondo dei poteri sardi, indiscrezioni sussurrate che circolano tra poche persone, che rimangono rigorosamente in ombra.
Maninchedda aveva accennato al problema dei rendiconti di Todde già da ottobre.
Rincara la dose nell’articolo dell’8 gennaio (“Nessuno ha chiarito da dove provengano i 38.000 euro rendicontati in modo così farraginoso”) accostando due temi, ma senza esplicitare il collegamento, nell’articolo Dentro le spese dei Cinquestelle con un terribile dubbio elettrico.
Sull’indiscrezione di Maninchedda di ottobre, Mario Guerrini ci costruisce un complotto massonico (“I poteri forti della Sardegna (massoneria compresa) stanno vincendo al galoppo la loro sfida”), sulla stessa falsariga di Desirè Manca. Marco Travaglio va a cercare i parenti dei giudici (“La presidente è la sorella del leader sardo di Italia Viva il padre di un candidato di Forza Italia alle ultime Regionali: non dovevano astenersi dal giudizio sulla Todde?”).
Gomplotto!!11! ci sarebbe da pensare in maniera ilare, se non si trattasse di un drammatico autocomplotto.
Sulle inchieste, l’Indip si sta dimostrando una realtà felice nel giornalismo sardo, andando a spulciare le carte per cercare manchevolezze politiche o manine troppo generose verso i propri clienti. Questa settimana riepiloga le 7 contestazioni sul resoconto di Todde.
Sa cida in 1 Minutu
Boschi in sofferenza, è realmente così?
Segnalo questo ottimo articolo di Michele Puxeddu, dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali sul sito Grig, sul deperimento dei boschi sardi, ipotesi e realtà.
Siccità. Crisi senza fine: bacini pieni solo al 41% e Todde chiama Meloni.
Alessandra Todde scrive alla premier Giorgia Meloni: «Chiediamo l’emergenza nazionale»
Sanità. Il disegno di legge sulla Sanità comincia l’iter in commissione
Economia. Portovesme srl, un po’ di respiro per i lavoratori: prorogata la cig per quattro mesi.
Vertenze industriali del Sulcis, convocati a Roma i tavoli per Eurallumina e Sider Alloys.
Cancelli chiusi a Portovesme, la rabbia degli operai: «Via Sider Alloys, subito un confronto con Urso»
Politica. Spese elettorali: ecco tutte le dichiarazioni dei consiglieri regionali ai raggi X
Cultura. La teoria sulla fine dei nuragici: «Civiltà distrutta dagli uragani innescati dal clima impazzito», ipotesi di Gaetano Ranieri
Cultura. La scoperta a Cabras: «Sotto lo stagno ci sono sei nuraghi»
Cultura. Star della musica: ecco gli 11 sardi su cui puntare per il 2025
Le spregiudicate inchieste della Nuova Sardegna. Belen Rodriguez, la rivelazione e il ritorno in tv: «Basta uomini, divento lesbica»
Immagine copertina: AI Dall-e, ispirata a Jove decadent, Ramon Casas
Un commento
Lascia un commento / Cummenta
I commenti saranno sottoposti ad approvazione prima della pubblicazione.
Fra i corpi intermedi c’è anche il Movimentu Liberazioni Nazionali Sardu (https://www.mlnsardu.org/wordpress/).
Per quanto riguarda “l’Unione Sarda” penso che svolga il ruolo già svolto da “5 stelle” quando nacque, ovvero, fare finta di opporsi per calmierare il Popolo. Fanno parte del sistema e non dobbiamo cadere nella trappola ricordandoci che hanno ricevuto una valanga di soldi nel periodo governato dal drago e che ora c’è sempre il drago dietro questa speculazione (la Todde era nel suo governo). Avere la memoria corta non giova al Popolo ma ai colonialisti e ai loro… servi.