Selargius, assemblea pubblica: cronaca della rivolta popolare contro Terna (e contro il sindaco)
Selargius, 25 luglio, serata calda, caldissima. Soprattutto per Terna (e per il sindaco).
Le mancanze dell’amministrazione selargina sono andate in scena davanti ad un’assemblea popolare in rivolta.
Prudentemente, il sindaco non si è sentito di sedersi assieme alla sua maggioranza, proprio di fronte al pubblico, fiutando l’aria, aveva previsto che sarebbe stato un plotone d’esecuzione.
L’assemblea pubblica. L’ incontro con Terna, era stato convocato in seguito alla richiesta del Comitato No Tyrrhenian Link, un comitato di liberi cittadini, nato in seguito alle ricerche della consigliera Francesca Olla sulle procedure amministrative portate avanti da Terna e il sindaco in solitaria, il quale non aveva coinvolto il consiglio comunale per tutto il primo anno, convocando un consiglio informale nel secondo anno, arrivando così al termine del tempo utile per opporre delle obiezioni.
Eccoci dunque alla cronaca dell’assemblea, terminata in rivolta.
Raramente l’aula è stata così piena, la partecipazione attiva dei cittadini era stata stimolata dalle varie operazioni informative del comitato, tra cui manifesti, volantinaggio, due assemblee in piazza, di cui una con aperitivo e musica offerti dal comitato stesso.
La seduta si apre con i tecnici Terna, arrivati da Roma, che mostrano il progetto e le procedure seguite, con linguaggio più politico che tecnico, tendente all’oracolare, ponendo enfasi sul tentativo di impatto minimo ambientale, tra cui la scelta dei colori degli edifici (alti 22 metri, in una zona pianeggiante). Questo particolare ha fatto esplodere l’aula in una fragorosa risata spontanea. Era solo la prima avvisaglia di quello che sarebbe successo da lì a breve.
Il Comitato, per iniziativa della portavoce Rita Corda, aveva passato le sere precedenti ad organizzare una strategia efficace e i singoli interventi, ma a quel punto tutto è saltato.
All’affermazione del tecnico sul fatto che Terna ha dato sufficienti informazioni alla popolazione, anche con un’assemblea pubblica (3 cittadini, online) il pubblico è esploso spontaneamente.
Ad iniziare le contestazioni Mariangela, una proprietaria terriera che dovrà subire l’esproprio.
A seguire altri proprietari e contadini, hanno sostenuto il coro fino ad un accavallarsi di proteste e di accuse, al sindaco attuale ed a quello che nel 1987 accettò la prima stazione Enel, che per un gioco del destino si trovava proprio ieri a dirigere la stessa seduta, perché è l’attuale presidente del consiglio.
“La perdita della vocazione agricola dell’agro ci ha precluso l’accesso a diversi finanziamenti per l’agricoltura“, continuano dalla sala. Il mancato sviluppo delle campagne ha generato un vuoto che viene riempito da qualcos’altro.
A quel punto tutta l’aula divampa in una contestazione liberatoria, indicativa della frustrazione democratica, che molto spesso si rifugia in astensionismo, ma che ha evidente voglia partecipativa. Sostenuta dalla frustrazione dell’ondata di servitù che sta piovendo in Sardegna.
Impossibile per i tecnici Terna continuare. Non riusciranno più a prendere la parola per parecchio tempo. A questo punto chiede di intervenire dal Comitato No Tyrrhenian Link, Maria Grazia Caligaris, che dà inizio agli interventi del pubblico.
Per circa un’ora si alternano interventi con accuse che vanno dalla scelta in solitaria del sindaco, alle accuse di quarta colonizzazione (dopo quella petrolchimica, militare e linguistica) per l’ennesima servitù calata dall’alto, funzionale alla speculazione eolica, tra gli applausi spontanei (il presidente dell’aula aveva vietato gli applausi). Seguono gli interventi delle opposizioni.
Qualche accusa arriva anche alle opposizioni per non “essersi svegliate prima”, la quale ribadirà il fatto che non ne era a conoscenza.
La questione coloniale prescinde da una visione destra italiana versus sinistra italiana: infatti i governi si alternano, ma le servitù non si sono ridimensionate, anzi, sono aumentate.
Occorre una nuova visione “verticale”, in cui esiste un colonizzatore, forse il più feroce di tutti, l’unico che è riuscito a cancellare la lingua, e un colonizzato. E poi esistono i politici collaborazionisti, a reggere il sacco.
Dopo circa un’ora e mezzo la platea ritrova un po’ di calma, per cui viene data la parola nuovamente a Terna per rispondere a vari quesiti emersi in maniera disordinata.
I tentativi di risposta sono blandi, per i due tecnici (ma sono solo dei portavoce della Spa) ormai irretiti, per cui non rispondono alla questione inquinamento elettromagnetico, ma promettono, d’accordo con il sindaco, uno studio con l’università di Cagliari.
Ricordiamo che recentemente Terna ha finanziato dei master all’università di Cagliari (Terna, parte da Università Cagliari il Master del Tyrrhenian Lab).
“I partecipanti al Master non pagano niente e firmano un contratto di assunzione. Quindi hanno già pianificato il loro futuro a tempo indeterminato“. Saranno gli stessi che svolgeranno gli studi? Università fa rima con imparzialità, solo nel suono delle parole.
Calmata la sala e parzialmente svuotata, il sindaco prende posizione nel suo scranno naturale e inizia un goffo tentativo di ridimensionamento della brutta serata, ma viene interrotto nuovamente dal pubblico.
E qui accade qualcosa di surreale. Il sindaco perde la testa, inizia ad urlare con voce strozzata e incredibilmente dà degli “asini” al pubblico che ha urlato per oltre un’ora.
Insomma, il nervosismo del sindaco è allo stesso tempo indice di mal sopportazione dell’intrusione nelle sue scelte in solitaria e borghese fastidio verso l’assemblea. Si ammirano i metodi francesi, tranne quando te li trovi in casa. Allora, seppur pacifici e non violenti, diventano “asini”.
Terna ha cercato in tutti i modi di ridimensionare la funzione di ciabatta delle servitù eoliche, per spingere sul concetto di stabilizzatore, non senza parecchie contraddizioni.
Lo stabilizzatore servirebbe perché ci sono poche batterie in Sardegna, ma alla domanda sul che fine farà l’energia di tutti gli impianti eolici in arrivo, casca l’asino.
O l’energia andrà sprecata, dato che le batterie non sono sufficienti già ora, per stessa ammissione dei tecnici, oppure dovrà per forza passare per il Tyrrhenian Link, che però ha una capacità di un solo gigawatt.
Dunque dobbiamo aspettarci altri Tyrrhenian Link, la conclusione è l’unica logica possibile, ma il tecnico Terna non può ammetterlo, per ovvie questioni di non sua competenza.
Alla metafora di ciabatta cui si collegheranno gli impianti eolici, si può aggiungere quella di mungitrice che pompa le risorse verso l’Italia.
Insomma siamo solo all’inizio di un nuovo distretto industriale.
La buona notizia è che la regione non ha ancora dato il parere favorevole.
Dunque, prossimo appuntamento in via Roma.
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Il progetto Tyrrenian Link è di pubblica conoscenza da parecchi mesi. Quello che fa più male è il collaborazionismo di chi è stato eletto per rappresentare gli interessi della comunità. Lo stesso concetto vale per la Regione (maggioranza e opposizione) dove si tace sull’invasione delle multinazionali con l’avallo del governo.
[…] mediaticamente, o forse perché era davvero al mare. La rivolta selargina (Sindipendente: rivolta selargina contro Terna) e la richiesta di moratoria (Sindipendente: richiesta di moratoria) da parte dei comitati ha […]
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[…] fino a poco tempo fa in pochi erano a conoscenza di cosa fosse il Tyrrhenian Link e quali conseguenze avrebbe avuto su Selargius, ora le informazioni e la consapevolezza sono quasi […]
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