Punta Giglio: centinaia in piazza contro il silenzio del sindaco e delle istituzioni
Ninni Tedesco Calvi riporta l’attenzione sulla vicenda di Punta Giglio e del comitato nato a tutela dell’omonima area, parte integrante del Parco Naturale Regionale di Porto Conte (nel territorio comunale di Alghero), contro una società privata che vuole trasformare una vecchia casermetta in attività ricettiva di lusso.
De Ninni Tedesco Calvi
Lunedì 17 maggio nella centralissima Piazza di Porta Terra, centinaia di persone si sono date appuntamento per manifestare contro il silenzio del sindaco e delle istituzioni, compresa l’Assemblea del Parco, nei confronti delle puntuali richieste formalizzate dal comitato in difesa di Punta Giglio.
S’Indipendente ha seguito fin dall’inizio la vicenda pubblicando due articoli (23 marzo e 19 aprile) a firma dell’architetto algherese Giovanni Oliva, uno dei primi firmatari e dei fondatori del comitato nato in difesa di uno degli angoli più belli del Nord Sardegna: il promontorio di Punta Giglio, sito di interesse nazionale e di protezione ambientale dove nidificano specie protette e dove “sarebbe” vietata ogni forma di cementificazione. Ma, in barba a tutti i divieti, una cooperativa milanese, Il quinto elemento, ha ottenuto – con modalità che il comitato chiede appunto di chiarire – di trasformare edifici storici (casermette, vasche), in luoghi per turismo di lusso. Gli interventi che si sono susseguiti in una piazza gremita dove si raccoglievano firme (più di 800 in mezza giornata!) per chiedere un intervento del sindaco Conoci, naturalmente assente, hanno analizzato in modo preciso e documentato i diversi passaggi “oscuri” del progetto che ha portato all’inizio dei lavori.
Architetti, ingegneri, biologi, ambientalisti, poeti, persino bambini delle scuole medie, hanno studiato, valutato, analizzato i documenti, e si sono posti domande, hanno sollevato legittimi dubbi, ai quali finora non sono state date altrettanto legittime risposte: silenzio dall’ufficio tutela del paesaggio, dalla Regione, dal Comune.
“Siamo cittadini e non sudditi” ha detto Paola Correddu, del Comitato, che è stato definito da Giovanni Oliva “la variabile indipendente”, ciò che ha spiazzato chi pensava di costruire privatizzando in un angolo di paradiso senza tener conto della volontà e della determinazione di chi quel paradiso lo abita, dalle specie protette agli abitanti dei luoghi. “O saremo ascoltati o andremo ovunque”. I beni comuni non possono diventare privilegio di pochi. Altri interventi, presentati e introdotti da Giovanni Salis, hanno infatti ricordato come ad Alghero siano stati, nel tempo, bloccati progetti di cementificazione delle coste ben più importanti, dal Piano Baroudi nella Baia di Porto Conte, al mega porto turistico a Tramariglio.
E questa volta sono scesi in campo persino i bambini di una scuola media, per voce di Francesca Strinna, che hanno fondato l’associazione “Natura Viva” per fare informazione corretta su Punta Giglio e per stimolare e sollecitare fra i coetanei l’amore e l’impegno verso la natura e l’ambiente. Forse loro saranno più capaci di noi nel tutelare la nostra terra. La stessa Banca Etica, sponsor del progetto, ascolterà i suoi soci sardi per rivedere, nel caso vi siano le condizioni, il proprio sostegno.
Appuntamento con prossimi banchetti in altre sedi e ulteriori iniziative, anche di autofinanziamento. Nel frattempo va avanti l’iter legale con l’esposto che è stato presentato in Procura. Per chi volesse rimanere informato e dare il suo contributo invitiamo a iscriversi al gruppo pubblico facebook “Alghero per Punta Giglio” (a cui hanno aderito oltre 7.000 cittadini) e a firmare la petizione “Contro la privatizzazione dell’Ex Batteria SR 413 nel SIC e ZPS di Punta Giglio” (che in pochi giorni ha già raccolto quasi 5.000 firme).
Per aderire al comitato, è inoltre possibile spedire una e-mail all’indirizzo puntagigliolibero@gmail.com indicando nome, cognome, luogo di provenienza e professione.
Foto de presentada: Ninni Tedesco