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Pratobello sarà la grande débâcle dell’autonomismo

Le mie due considerazioni sul volantino del Comitato Gallura contro la speculazione energetica.

Per farlo, prima, dobbiamo fare un passo indietro e analizzare il ruolo dei consiglieri regionali, di tutta la politica autonomista in questi anni, nel rapporto con gli amministrati.

Sono esistite ed esistono delle fattispecie certamente diverse da quello che mi accingo a descrivere. Ne conosco tuttora, anche di virtuose.

Ma per la stragrande maggioranza dei casi, parliamo di privilegiati che vivono completamente scissi dalla realtà, in un delirio di potere, di prerogative e di denaro fuori dal comune, alimentando la caratteristica cultura dell’assistenzialismo nei propri feudi elettorali, specie con i disgraziati, con gli sfortunati, per poter essere riconfermati nel Palazzo. È questo l’unico scopo del loro agire: perpetuarsi.

Sono stati e sono i nuovi baroni della campagna sarda insomma, i nobilotti di città che, una volta saliti a bordo della macchina – cun sos votos de sa zente – dimenticano i territori, le politiche condivise di crescita, per dedicarsi alla promozione del partito, della coalizione, dei propri entourage.

Il tutto, nella più autentica tradizione autonomista, condito dalla quale retorica patriottarda che fa sempre gli interessi dell’Italia a scapito della Nazione sarda.

Fàula est?

Ora per comprendere cosa si agita dietro il malumore sulla Pratobello e le sue forme di esternazione – che potevano essere certamente migliori e più incisive – non possiamo prescindere dall’atteggiamento della politica sarda, chiuso, autoreferenziale, incurante delle istanze popolari, tutto teso al mantenimento dello status quo.

Perché questo non si può scindere da una valutazione complessiva ed equilibrata, diversamente salviamo l’insalvabile, sempre, asetticamente.

Da Sindaco ho ricevuto pressioni, insulti notevolmente superiori e più pesanti. Cose, comunque, da mettere in conto quando si amministra. Lo dico per esperienza: la politica non è un pranzo di gala.

Sono certo che la Pratobello sarà la grande débâcle dell’autonomismo, così come lo abbiamo conosciuto.

I segni di un cambiamento importante della società sarda sono evidenti e la storia è fatta di accelerazioni improvvise.

Immagine: elini.nu.it

Cumpartzi • Condividi

Un commento

  1. Mi sembra che, da buon politico, lei abbia scritto senza dire nulla. Sappiamo già quali sono e dove sono le magagne. Ci serve una soluzione e lei non la da (da buon politico). Quindi, sebbene sia giusto esprimere una opinione, perché farlo “qui”, dove si cercano soluzioni e non persone negative? Se chiamo un elettricista perché non ho corrente in casa, mi aspetto che mi risolva il problema perché io, da ignorante in materia, non so come risolverlo. I problemi che ci sono me li deve risolvere l’elettricista e se non è capace, smetta di fare l’elettricista. Così come chi si candida deve essere capace di risolvere i problemi e non elencare ai cittadini le “problematiche insormontabili e le colpe degli altri” che ai cittadini stessi non interessano. Essi danno per scontato che chi si candida sia onesto e capace. Insomma il problema della “assenza di corrente” me lo risolve o no? In questo suo articolo pare proprio di no.

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