Ambiente

108 Articoli

Cultura

120 Articoli

Economia

7 Articoli

Giustizia

6 Articoli

Interviste

42 Articoli

Lingua

28 Articoli

Mondo

14 Articoli

Musica

1 Articoli

Notizie

58 Articoli

Persone

7 Articoli

Politica

143 Articoli

S'Imprenta

83 Articoli

Sanità

13 Articoli

Sport

4 Articoli

Storia

53 Articoli

Trasporti

2 Articoli

Non perdere gli aggiornamenti

La sfida dei Cobas Scuola Sardegna. Intervista a Nicola Giua

Abbiamo intervistato Nicola Giua di Cobas Scuola Sardegna e gli abbiamo chiesto quali battaglie stanno portando avanti, cos’è il nuovo Accordo sul Diritto di Sciopero e quali iniziative di sensibilizzazione hanno in programma per promuovere l’insegnamento di lingua e storia della Sardegna.


De Cristiano Sabino

1. Nicola, cosa sono e cosa vogliono i Cobas Scuola Sardegna?
I COBAS Scuola Sardegna si sono costituiti formalmente nel 1991 (a luglio festeggiamo il 30° anniversario) a seguito del movimento Co.Ba.S. (che è nato nella scuola alla fine degli anni ’80), al quale alcune/i di noi hanno attivamente partecipato.
Abbiamo sempre rivendicato ed esercitato una nostra specifica autonomia e, dopo un trentennio di collaborazione federale con i Cobas scuola tricolori, per vari contrasti di ordine organizzativo e politico, da aprile 2019 siamo un’organizzazione pienamente indipendente.

Da oltre un trentennio, quindi, cerchiamo di fornire strumenti di difesa ai lavoratori e alle lavoratrici della scuola e, al contempo, abbiamo sempre lottato per la tutela, la salvaguardia ed il miglioramento della scuola pubblica, in particolare nella nostra terra. Partecipiamo, inoltre, ai movimenti di difesa e salvaguardia della Sardegna contro le servitù militari, le fabbriche di armi e per una vera tutela dell’ambiente contro ogni speculazione sul nostro territorio.

2. A maggio avete convocato uno sciopero di due giorni consecutivi. Come mai e perché è stato bocciato dalla Commissione di Garanzia sullo Sciopero?
La Commissione di Garanzia ci ha intimato di revocare i due giorni di sciopero nella scuola proclamati per il 5 e 6 maggio 2021 poiché assumeva che ai sensi di un nuovo vergognoso Accordo sul Diritto di Sciopero, firmato a dicembre 2020 tra ARAN e Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief, vi fosse una “eccessiva durata della prima azione di sciopero”, poiché il primo sciopero, per qualsiasi tipo di vertenza, non può più superare la durata massima di un’intera giornata.

Abbiamo contestato tale decisione, che riteniamo illegittima, poiché la Commissione di Garanzia ha svolto esclusivamente la sua funzione di “braccio armato” del padronato pubblico limitando gravemente, in tal modo, il Diritto di Sciopero.

Questo Accordo prevede, quindi, che per qualsiasi vertenza, in prima battuta, non si possa scioperare per due giorni consecutivi, ed è stato firmato contro i COBAS Scuola Sardegna e le altre Organizzazioni Sindacali di base che hanno indetto con noi gli ultimi scioperi di due giorni e contro la nostra lotta storica contro i Quiz Invalsi che portiamo avanti da tanti anni. Inoltre, tra le altre nefandezze, viene aumentato da 7 a 12 giorni l’intervallo minimo fra lo sciopero di una qualsiasi organizzazione sindacale e quello di una qualsiasi altra sigla (cosiddetta rarefazione oggettiva – 12 giorni prima e dopo qualsiasi sciopero) e, quindi, per 25 giorni non ci potranno essere altri scioperi).

L’ultimo accordo sindacale, siglato contro le lavoratrici ed i lavoratori, lede pesantemente il Diritto di Sciopero già gravemente compromesso dalle leggi approvate da oltre trent’anni, e viene utilizzato esclusivamente per tacitare il dissenso che proviene dalle Organizzazioni Sindacali non allineate, come la nostra.

Abbiamo, quindi, confermato l’indizione dello sciopero solo per il giorno giovedì 6 maggio 2021, per il personale di ogni ordine e grado del comparto scuola, tra l’altro, contro i Quiz Invalsi, per la riduzione del numero di alunni per classe, l’aumento e la messa in sicurezza degli spazi scolastici e dei trasporti, l’aumento degli organici di Docenti e Ata, con la nomina dei precari che ne hanno diritto, il rientro nei loro territori dei Docenti con vincolo quinquennale, per un vero aumento contrattuale e contro la proposta di Recovery Fund sulla Scuola.
In Sardegna organizzeremo una Manifestazione a Cagliari davanti al Consiglio Regionale in via Roma.

3. Con il Centro Studi per la Scuola Pubblica i COBAS Sardegna hanno organizzato un’interessante serie di iniziative di formazione per docenti, studenti e cittadini sulla storia sarda. Avete altre iniziative di sensibilizzazione in programma per promuovere l’insegnamento di lingua e storia della Sardegna?
Da tempo, come CESP Sardegna e COBAS Scuola Sardegna, pensavamo di promuovere e organizzare iniziative di formazione sulla Storia e la Cultura della Sardegna.
Da novembre 2019 a febbraio 2020 abbiamo organizzato quattro seminari (Cagliari, Sassari, Nuoro e Carbonia), ed erano già programmati altri due incontri a Oristano e Tortolì(ed avevamo tante altre richieste anche da singole Istituzioni Scolastiche), che sono stati sospesi per la forzata chiusura delle scuole.

I Seminari, intitolati “La maestra muta: l’oscuramento della storia Sarda e la costruzione della coscienza storica subalterna”, sono stati molto partecipati ed hanno avuto un grande successo.

Riprenderemo il percorso di formazione interrotto appena ci sarà possibile organizzare seminari in presenza ed abbiamo in cantiere altre iniziative future sulla Storia e la Cultura della Sardegna nonché sulla Lingua Sarda e lavoreremo, anche con altre forze, per incentivare e rivendicare una Legge sulla Scuola Sarda, che i vari Governi “autonomisti” della Sardegna non hanno mai approvato, che ci pare assolutamente non più rinviabile.

Infine, da tempo, contestiamo la politica sulla scuola della Regione Sarda (con tutti i diversi Governi di centro-sinistra e centro-destra), che utilizza grandissime risorse del bilancio per svolgere inutili attività (vedi progetti Iscol@), che non hanno portato alcun beneficio alla lotta contro la dispersione scolastica e che spende, inoltre, somme cospicue per finanziare le scuole private.

Tutti i fondi disponibili devono, invece, essere utilizzati per scongiurare la chiusura di nuove scuole, fornire risorse economiche alle scuole pubbliche della Sardegna, in agonia finanziaria, nonché sovvenzionare adeguatamente i trasporti, le mense, i convitti, l’edilizia scolastica e la lingua, la storia e la cultura Sarda.

4. I COBAS Sardegna sono famosi per la critica alle prove Invalsi. Perché non vanno bene?
Da sempre i COBAS Scuola Sardegna lottano contro queste cosiddette prove standardizzate che servono soltanto a mantenere in vita un carrozzone che costa decine di milioni di euro all’anno.

I Quiz Invalsi in questi anni non si sono rilevati di alcuna utilità ma, anzi, hanno espresso tutta la loro negatività poiché non vengono utilizzati esclusivamente come cosiddetti strumenti esterni di rilevazione degli apprendimenti (oltretutto uguali per tutti e con prove avulse dal lavoro didattico delle singole classi e scuole), ma interferiscono pesantemente nelle attività didattico-educative rappresentando uno strumento che, in vista delle rilevazioni, tende a modificare l’attività didattica e le sue metodologie proponendo una standardizzazione degli insegnamenti, esaltando esclusivamente le “competenze” e mettendo in secondo piano le capacità di analisi, sintesi ed elaborazione critica degli allievi.

Con il prossimo Recovery Fund, inoltre, è previsto che la stragrande maggioranza dei fondi disponibili per la scuola sia utilizzata per la digitalizzazione selvaggia e, addirittura, si prevede di commissariare le scuole i cui risultati in tali test siano al di sotto dello standard europeo, a partire dal dirigente, per arrivare a docenti e studenti e con la dichiarata volontà di introdurre degli assurdi corsi obbligatori per i docenti delle scuole che otterranno un punteggio basso nei Quiz Invalsi.

In questo secondo anno scolastico di emergenza epidemiologica appare, infine, ancora più insensato, e quasi punitivo, organizzare i Quiz Invalsi nelle scuole.

La lotta contro i Quiz Invalsi in Sardegna ha sempre avuto una grande partecipazione e, quindi,anche quest’anno sciopereremo il prossimo 6 maggio cercheremo, come sempre anche con la collaborazione delle famiglie, di boicottarli negli altri giorni con tutti gli strumenti a nostra disposizione.

5. Voi intervenite anche sulle diverse questioni che riguardano la subalternità della Sardegna. È possibile a tuo parere la nascita di un movimento popolare che punti all’autogoverno e al rispetto dei diritti dei sardi?
Dobbiamo riprendere in mano la nostra Storia, la nostra Lingua e la nostra Cultura cercando di avere una nuova e diversa visione del nostro futuro, anche da un punto di vista politico, per un reale e possibile autogoverno della Sardegna contro il neo-colonialismo (servitù militari, fabbriche di bombe, devastazione del territorio, della sanità, della scuola e di tutti i servizi pubblici), e per superare la storica subalternità ai poteri politici ed economici.

Bisogna impegnarsi, e lavorare tanto, perché tutte le forze che hanno a cuore la nostra terra mettano da parte gli individualismi e i settarismi e collaborino per la nascita di una nuova coscienza e di un forte, e reale, movimento popolare.
In un possibile e serio percorso noi COBAS Sardegna saremo convintamente presenti.

Grazie Nicola.
Grazie a voi.

Foto: autore

Cumpartzi • Condividi

Lascia un commento / Cummenta

I commenti saranno sottoposti ad approvazione prima della pubblicazione.

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Captcha in caricamento...