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Impugnazione moratoria, un atto di prevaricazione insopportabile

Impugnazione. Impugnazione. Ovvero il vento che tira.
Dopo aver letto l’impugnativa del Governo italiano contro la legge n.5/2024, meglio nota come legge per la moratoria, si rimane attoniti per l’inaudito affronto portato avanti con tracotanza e senza esclusioni di colpi contro una legge regionale, che con tutti i limiti del caso e la poca efficacia dimostrata, tentava di mettere ordine al caos causato ad arte dal governo Draghi e dai tre decreti Meloni, per favorire l’insediamento di numerosi impianti industriali di eolico ed agrivoltaico (824 richieste di autorizzazioni in Sardegna, senza contare il resto Meridione).

Questa impugnativa palesa la volontà dell’attuale Governo nel voler imporre la centralità dello Stato italiano contro le Autonomie regionali e Locali. Da buon governo di destra con venature fasciste, ribadisce con forza che in Italia non c’è posto per il decentramento, per le Comunità che vorrebbero decidere del proprio futuro. No, esiste solo la volontà del Governo italiano. Esiste solo la centralità dello Stato.

Nell’ impugnativa si cita continuamente l’art 41 cost., che viene brandito come fosse una Bibbia. Nessuno ostacoli l’iniziativa privata, nessuno tocchi le scelte del Governo per assecondarla. Nessuno cerchi di avvalorare la presenza di Comitati popolari territoriali. Nessuno valorizzi le iniziative a favore delle comunità energetiche (le famose CER) di autoproduzione e di autoconsumo, come peraltro normato dalla Comunità Europea con le direttive REDA 1,2,3.

Niente di tutto questo. La sola strada da percorrere è favorire l’invasione di multinazionali energetiche e finanziarie, cioè produrre energia pulita a discapito della tutela del paesaggio e dell’ambiente come ben recita l’art.9 cost. Così come è grave trascurare il resto del già citato art.41cost. dove si evidenzia che l’iniziativa privata non deve ledere l’ambiente e la salute dei cittadini.

Con questa impugnativa la riforma del premierato inizia il suo cammino a discapito del Parlamento. Viene così riscritto dal Governo tutto il Titolo V° della Costituzione Italiana. Con questa impugnativa si ha una battuta d’arresto dello Statuto speciale sardo e non solo. Come se non bastasse questo, al danno si aggiunge la beffa, infatti il Governo italiano ha chiesto la sospensione della Legge regionale in questione.

Un atto di prevaricazione insopportabile. Un atto di violenza istituzionale senza precedenti. È inusuale che il potere esecutivo chieda la sospensione della legge perché così indirizza la sentenza della Suprema Corte, cioè specifica che proprio non vuole quella legge nel modo più assoluto. In questo modo l’attività legislativa della RAS viene declassata a semplice esecutore del Governo centrale, perdendo così la sua specialità.

Di contro, duole notare la completa inerzia del Governo regionale. Solo un leggero balbettio. Nessuna dichiarazione ufficiale, nessuna nota stampa. Niente di niente. Bene avrebbe fatto la neo Governatrice a convocare Giunta e Consiglio Regionale per rispondere con altrettanta veemenza la contrarietà del Popolo sardo per l’ennesimo sopruso subito, per la continua invasione di campo in materie che sono di esclusiva competenza regionale. Ed invece niente di niente.
Ed allora che la lotta continui sino alla vittoria. Anche perché…
“L ‘ambientalismo senza lotta di classe è solo giardinaggio”
(cit. Chico Mendez).

Gianni Cabitta Comitadu de Sa Nurra contra s’ispeculatzione energetica.


Immagine: italiani.it

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