Donne+Donne, storie di rinascita e di prevenzione (intervista a Daniela Cermelli)
Tra Dicembre e Febbraio la città di Sassari è stata invasa dal rosa dell’associazione Donne+Donne nei ritratti di tante donne over 70, o molto vicine a raggiungere quella soglia di età, fotografate in giornate di sole con accanto la scritta “Sono 70 ma non sono invisibile”.
Quale messaggio contengono quei visi quasi sempre sorridenti? Purtroppo una brutta realtà, di cui ci parla la Presidente dell’associazione, nonché fotografa, Daniela Cermelli, e ne parla con la piena consapevolezza di quanto la salute sia ancora un privilegio in una realtà con la sanità al collasso come quella sarda, e di quanto ne paghino il prezzo le parti più fragili di questo terribile sistema.
Mi racconti quando è nata e di cosa si occupa l’associazione donne+donne di cui sei presidente?
L’associazione nasce nell’ottobre 2017, per dare sostegno a un progetto fotografico realizzato l’anno precedente.
Nasce da “Donne+Donne, Storie Di Rinascita” da me pensato come tappa di un percorso professionale decennale.
Era arrivato il momento di mettere la professione al servizio degli altri, senza pensare ad alcun tipo di profitto ma solo per il desiderio di Fare.
Così, nell’estate del 2016, decisi di dare forma al pensiero e di coinvolgere le Donne, quelle operate di tumore al seno, che troppo spesso avevano nascosto un percorso tanto doloroso per ogni persona ma mai così devastante come per una donna. Inizialmente pensai alle resistenze che avrei incontrato nella ricerca delle “modelle” e invece, grazie all’aiuto di amiche e conoscenze, in breve tempo si formò un piccolo esercito pronto a mettersi in gioco, permettendomi di dare voce a chi aveva vissuto o stava vivendo la malattia in silenzio, e nello stesso tempo forza a chi stava già, da qualche tempo, portando avanti una battaglia per i diritti: La necessità di una Breast Unit a Sassari (realtà finalmente operativa n.d.r).
A fine agosto realizzammo tutti gli scatti in una sola mattinata, sulla spiaggia di Fiumesanto, e con un “buona la prima” organizzammo l’esposizione.
Inizialmente, avrebbe dovuto essere esposta per una sola serata, ma a pochissimi giorni dalla data chi ci aveva garantito lo spazio espositivo e la piena collaborazione, senza alcuna spiegazione si tirò indietro. Si sa che dalla disperazione, spesso, nascono le soluzioni più efficaci e grazie a un’amica che oggi è la mia vice, Sonia Pippia, e al massimo appoggio dell’allora Sindaco di Sassari, riuscimmo ad inaugurare la prima Mostra a Palazzo di Città il 16 ottobre dello stesso anno.
Da quel NOSENZASENSO, capito ma mai compreso, non ci siamo più fermate.
Questo lungo preambolo per dire quale forza ci fosse dietro questo progetto e quanto le Donne avessero creduto nell’Idea iniziale.
Quali azioni e iniziative avete realizzato nel tempo a partire da quel momento?
“DonnepiùDonne, Storie Di Rinascita” in brevissimo tempo, divenne Mostra itinerante nell’Isola. Altrettanto brevemente le risorse messe a disposizione per questo lavoro terminarono, quindi per garantirne la continuità si rese necessario costituirsi in associazione.
Dal 2017, quindi, ci occupiamo di informare sulla prevenzione del tumore al seno attraverso immagini fotografiche e video.
Ogni anno la Mostra è stata affiancata da un progetto collaterale che ha rappresentato diversi aspetti talvolta ignorati o considerati non degni di sufficiente importanza.
Così abbiamo rappresentato un momento psicologicamente pesante per una Donna che affronta il percorso della malattia durante le cure con “Per Mano a…DONNE+DONNE” realizzato all’interno del DH Oncologico di Sassari.
“La Prevenzione è un Luogo Magico” spot TV realizzato al Pozzo Sacro di Santa Cristina, la cui descrizione sta nel titolo e nelle immagini.
“COVID19-CANCRO OGNI ANNO” perché durante la pandemia era impossibile proseguire con i follow-up previsti per le Donne in cura, con altissimo rischio di recidive, con il proposito di sostenerle nelle richieste alle istituzioni sanitarie.
“DiciottoVenticinque, Voglio che per te resti solo un disegno” per porre l’attenzione sull’incidenza della malattia nelle giovani Donne.
“DONNE+DONNE ai Margini della Prevenzione” il progetto più ampio finora realizzato e ancora in corso dopo 2 anni.
Rappresentare fotograficamente la marginalità di un diritto naturale come quello della salute, è stato l’impegno più intenso di questo nostro percorso. Abbiamo cercato di restituire Voce a quelle “categorie” di persone che spesso, per pregiudizio, vengono tagliate fuori dai percorsi di screening o prevenzione primaria. È necessario considerare l’unicità di ognuno di noi, le difficoltà fisiche e cognitive, l’età, il sesso, la condizione sociale, la formazione culturale, le diverse etnie e loro culture. Abbiamo rappresentato le Donne disabili, quelle giovanissime, le detenute, le Migranti, le Trans, gli Uomini che, benché non se ne sappia abbastanza, si sono ammalati negli anni dello stesso tipo di tumore, e continueranno a farlo.
Lo abbiamo raccontato fotograficamente, con le nostre campagne murarie, strumento di forte impatto, utilizzato anche per i progetti precedenti e con l’omonimo Convegno nell’aprile 2022. Tutte le tipologie di persone sono state chiamate a esporre le loro difficoltà nell’affrontare un percorso di screening e prevenzione, di fronte alle istituzioni sanitarie preposte. Il fine ultimo è richiedere percorsi dedicati di screening e prevenzione, perché ogni Persona è speciale.
Come scritto all’inizio Sassari è stata “invasa” da immagini di donne che hanno offerto la propria immagine per denunciare la privazione di un diritto alla salute. Ci parli dell’intero progetto in corso?
A tutt’oggi è in corso l’ultimo step di questo articolato progetto:
“La Quarta Età di DONNE+DONNE, Insieme per un’anzianità più Serena” che noi chiamiamo affettuosamente 70+
La chiamata pubblica dello screening termina a 69 anni, dopodiché ci si può rivolgere solo a privati per fare prevenzione, ciò non ha alcun senso e non risponde ad un’evidente incidenza della malattia nelle donne oltre una semplice data anagrafica.
Chiediamo troppo? Non è mai troppo, se possiamo garantire loro un futuro più sereno cercando di proteggere una fascia d’età inevitabilmente fragile da un’esperienza devastante.
Sono 19 le Donne che hanno aderito con emozione e grande sensibilità al progetto, Donne che nella vita quotidiana sono molto attive in campo sociale , professionale e culturale. Quindi “Giovani” per le attività, il peso e il ruolo che svolgono all’interno della società ma “Vecchie ed Invisibili” per essere al centro delle Cure e della Prevenzione. Sono state ritratte in una location di naturalezza e semplicità, quale un parco cittadino, intente nelle attività che le caratterizza. Ottenendo, così, delle immagini che richiamano la necessità di “un’anzianità più serena”.
Abbiamo iniziato con la campagna muraria il 4 dicembre con l’affissione di stendardi in quelle zone della Città dove si trovano le Sedi Istituzionali e decisionali della Sanità Pubblica e nei Quartieri più popolari dove, in genere, l’informazione sui Diritti sanitari delle Donne è scarsa o insufficiente.
Abbiamo appena terminato in questi giorni con l’uscita di un nuovo Spot, questa volta con sola diffusione sui Social Media, la cui visone è attualmente online sui nostri canali social Facebook e Instagram. A breve, ci auguriamo di allestire un’esposizione dedicata solo allo step 70+.
“DonnepiùDonne, Storie Di Rinascita” si è arricchita, negli anni, di tutte le immagini derivanti dai progetti collaterali, diventando a tutti gli effetti Mostra Antologica Itinerante.
Probabilmente, la nostra serrata attività, farà storcere il naso a qualcuno. Troppa esposizione, eccessiva presenza. Sappiano tutti che andremo avanti come Treni e non ci fermeremo finché non avremo ottenuto più attenzione, perché pretendere soluzioni immediate sarebbe utopico e forse presuntuoso.
Ci piacerebbe essere chiamate a esporre tutte le difficoltà che quotidianamente ci vengono riferite e quelle che viviamo sulla nostra pelle. Purtroppo sono i “numeri” a dettare le scelte coraggiose e necessarie, e dove i numeri non parlano, il coraggio scompare.
Foto: Daniela Cermelli