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Di Santi, di Riconversioni e di Poteri Forti11!1 – S’Imprenta

S’Imprenta – Rassegna stampa dalla colonia

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Parlando del terzo mandato elettorale, Alberto Villanova, capogruppo della Liga Veneta-Lega sostiene che «il Veneto non è la Campania, la Puglia, la Sardegna o la Toscana: è molto di più, ha un valore che va oltre quello delle altre regioni».

I milanisti ci chiamano pastori, “tornerete in serie Bee“, la società è stata sanzionata. Ita làstima.
A vedere gli scudetti, il campionato italiano è al livello di bullismo.
Quale rassegnata emozione, dover partire perdenti ad una competizione?

L’unità d’Italia non esiste in economia, nella cultura, negli aspetti socio-demografici, nei dati di rendimento scolastici, e nemmeno nello sport, che dovrebbe unire. 

Capita anche in casa, i problemi tra Cagliari e Torres sono un classico.
Quello tra Sassari e Cagliari ha origini storiche ed era relativo al primato politico sulla Sardegna. Sassari, in epoca spagnola, superò Cagliari come numero di abitanti. Iniziò una gara tra le città in diversi campi, per cui si arrivò addirittura ad una competizione tra chi delle due dissotterrava più ossa di Santi (ovviamente non c’è prova che fossero dei Santi), per mostrare quale città era più importante, anche per usufruire di migliori cariche ecclesiastiche.

Poi arrivò la peste, nel 1652, che, riporta lo storico Pietro Martini (circa due secoli dopo), fu preceduta da alcuni episodi nefasti.
Nel 1652 ci furono due eclissi di sole, e altre due nel 1654.
Nel 1652 ci fu una invasione di cavallette, che mise in ginocchio l’agricoltura, e nello stesso anno accadde un evento curioso: cadde dal cielo un oggetto infuocato che colpì proprio l’altare maggiore del convento dei Cappuccini e in particolare le ostie consacrate.

Scrive Pietro Martini, Storia ecclesiastica di Sardegna: “quel globo di fuoco di repente dal cielo caduto nel convento dei Cappuccini di Cagliari con si orrendo fragore da averne tremato tutta la città; per esso essersi appiccato il fuoco all’altare maggiore, sconquassato il tabernacolo, rovesciata ed annerita la pisside dove stavano le ostie consacrate”.

Vera o falsa che sia la ricostruzione, la peste ridusse la popolazione e le ambizioni turritane, mentre Sant’Efis poderosu (il potere forte cagliaritano!) salvò Caller, così narra la leggenda, che ebbe meno morti. A proposito, il 15 gennaio era l’anniversario del martirio di Sant’Efis, a cui non resta che affidarci, in assenza della classe politica all’altezza, per salvarci dalle nuove servitù energetiche coloniali. Oppure ai riti dei fuochi di Sant’Antonio, il 16-17 gennaio, o di Santu Srebestianu il 20.

Questa settimana, le pale hanno lasciato il porto di Oristano per raggiungere le gemelle di Villacidro. I manifestanti, arrivati da tutta la Sardegna, hanno atteso il mezzo a Santa Giusta, nello sbocco per la 131. 

La “transizione” in una foto:

foto Michele Zuddas

Un’elica gigantesca, che produrrà energia per il nord, installata da multinazionali che prenderanno finanziamenti pubblici (che noi rimborseremo) trasportata da La Molisana Trasporti, una azienda che, scrive Mauro Pili, ha subito pesanti denunce, arresti, accuse, sequestri preventivi, al centro degli affari con la ‘Ndrangheta in “rapporto tra cosche, quelle che si spartivano i trasporti eolici in terra di Calabria“.
I trasporti erano scortati e protetti dalla polizia italiana, che teneva a bada chi protestava, filmandoli, fotografandoli e tenendoli a distanza dal mezzo. 
A Santa Giusta, “sa giusta” non era santa, e non era giusta.

A Terramala iniziano i lavori di Terna per disinnescare eventuali ordigni, e dopo gli ulivi è l’ora delle posidonie. I Comitati No Tyrrhenian Link, tempo fa, avevano presentato delle obiezioni alla capitaneria, avvalendosi della consulenza volontaria di biologi e avvocati.
I cilindri della Nexans al Porto Canale lasciano presagire che presto inizieranno i lavori preparatori per la posa del cavo.

Il dibattito della politica continua sulla decadenza di Todde, la quale valuta il ricorso alla Corte Costituzionale.

Incredibilmente, per il coordinatore regionale dei Cinque Stelle Licheri «Alessandra Todde ha fatto tutto quello che doveva fare – scrive in un post sui social -. Il Comitato elettorale ha adempiuto con rigore alle prescrizioni di legge, la normativa richiamata dalla Commissione di garanzia non è applicabile alle elezioni sarde».
Per Conte, «Accuse infondate, Todde citi per danni il Collegio di garanzia».
Dunque tutto in regola, niente mandatario, niente conto corrente dedicato?
Da giustizialisti a berlusconiani è un attimo!

Desirè Manca continua nell’improbabile difesa dai poteri forti11!!1, ma al governo ci sono loro e non sono solo forti, ma prepotenti e antidemocratici, per come hanno ignorato le 210.729 firme.
Todde era viceministra con deleghe all’energia quando in Italia scrivevano il decreto Draghi, e “rappresentava le aziende” (parole sue). Non è un potere debole.

Desirè Manca snocciola a mo’ di rosario i punti per cui hanno disturbato i poteri forti11!!1.
Sulle scorie nucleari vince facile, tutti i governi sardi si sono schierati contro; sul dimensionamento scolastico anche la destra si era opposta, mentre su Enel, il merito non è di Todde, ma dei governi precedenti.
Ed arriviamo alla sanità. 

In cosa il duo Todde-Bartolazzi sta pestando i piedi ai poteri forti? 

Bartolazzi, l’assessore che sgoverna la sanità, ci è stato imposto da Conte, gestisce la maggiore voce del bilancio sardo. Ma non è il primo “straniero” (per stare in tema calcistico) a guidare la sanità sarda, solo che in genere gli stranieri arrivano perché sono calcisticamente superiori alla media.

Il punto della sanità è drammatico, nella mancanza di medici e dei posti letto, nelle liste d’attesa e nel fatto che la Sardegna la sanità se la paga da sola (come le regioni a statuto speciale) per cui su questo punto saremmo già indipendenti, ma viene gestita non da sardi, e non per fare gli interessi dei sardi.  
La mancanza di medici è dovuta soprattutto alla folle decisione italiana di avere il numero chiuso in medicina, vincolo che sembrava essere stato cancellato, ma che ancora esiste, hanno solo tolto il numero chiuso al primo semestre.

Per Roberta Gessa, segretaria generale Fp-Cgil Sardegna: «In Sanità non serve una riforma, che anzi può essere dannosa, si approvi subito la Finanziaria».
Secondo la CGIL «Mancano 800 posti letto e 1.900 nuovi medici»

I “poteri forti11!!1” (si fa per dire) del Brotzu contestano Bartolazzi, protesta la manager Agnese Foddis: «costretti a richiamare i nostri medici dagli altri ospedali». Nella lettera all’assessore alla Sanità, per la manager «non ci sono più letti, il personale non basta, situazione grave: per garantire le cure dobbiamo riconvocare i professionisti “prestati” alle Asl», mentre i pazienti sono ricoverati nei corridoi.
Poteri fortissimi! Non fanno altro che chiedere di avere lavoratori che portino avanti la sanità.

«Il 90% dei medici del Microcitemico – ha detto il presidente dell’Ordine di Cagliari Emilio Montaldo – è contrario all’accorpamento Brotzu-Microcitemico».

Ricordiamo che la sanità, vale il 40% del bilancio totale, cioè circa 4 miliardi, e sono gestiti da l’uomo di Conte.

Sulcis-Iglesiente, industria e riconversione

A Portovesme, Sider Alloys, amaro il rientro dalle ferie forzate: «Niente stipendio agli operai»
L’assemblea generale dei lavoratori ha quindi deciso «il rientro al lavoro, assumendo però la decisione del blocco dell’uscita delle lavorazioni, comprese quelle attualmente accantonate nello stabilimento».

Glencore si sta riconvertendo (l’articolo è di dicembre) “massimo impegno per Waelz e per recuperare le batterie al Litio“. Per Mauro Pili (articolo del 2023), quel progetto ha l’obiettivo di creare una discarica nel Sulcis di batterie provenienti da tutto il mondo. Dunque, la riconversione non prevederebbe la bonifica, come richiedono da anni gli ambientalisti, ma ulteriore inquinamento.

Dal carbone al rame. Rio Tinto e Glencore verso il più grande deal della storia nelle materie prime? Il rame è necessario per la decarbonizzazione.

A Carbonia i progetti per sviluppare un hub europeo dell’idrogeno verde, tre progetti, ideati da Sotacarbo, possono contare su circa 45 milioni di fondi europei assegnati per lo sviluppo della catena del valore dell’idrogeno verde nel Sulcis Iglesiente. Sono state al centro di un incontro tra l’assessore regionale all’Industria Emanuele Cani, il sindaco di Carbonia Pietro Morittu e l’Amministratore unico della Sotacarbo Mario Porcu.

Il progetto “SulkHy”, finanziato dall’assessorato all’Industria della Regione Sardegna con 12,6 milioni di euro di fondi Pnrr, prevede infatti la produzione di idrogeno verde per l’alimentazione di una decina di pullman ad idrogeno dell’Arst operanti nel Sulcis Iglesiente.

Ex Arsenale de La Maddalena, la Regione sblocca le bonifiche.

La Regione ha consegnato il progetto esecutivo di messa in sicurezza dello specchio di mare davanti all’ex arsenale: arriva con l’accordo stralcio firmato con il consorzio di imprese Research, che si era aggiudicato l’appalto nel 2018, ma che nel 2021 l’allora commissario e presidente della Regione, Christian Solinas, aveva mandato a casa. In sintesi: c’è un nuovo progetto esecutivo con oneri a carico della Regione; è nelle mani del Consorzio Research che ha trovato un accordo bonario con la giunta Todde. Chiedeva un milione di euro di risarcimento. L’accordo verrà chiuso entro la fine di gennaio. Poi inizieranno i lavori.

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Immagine di copertina: Doriano Boi

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