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Cassa Manna (Caccia Grossa) – S’Imprenta: rassegna stampa della colonia

La Sardegna è sotto attacco su più fronti. L’Italia ha concesso licentia invadendi (e di speculazione) alle multinazionali del vento, che dovrebbero installare circa 1500 pale eoliche che modificheranno per i prossimi decenni lo skyline delle nostre montagne e delle nostre coste. Le nuove “piante di ferro” faranno parte del nostro paesaggio.

Il sindaco di Villanovaforru, Maurizio Onnis, ha chiaramente dato l’esempio su come una comunità si può organizzare per difendersi dagli attacchi. Il paese si è riunito in assemblea, in pieno diritto di autodeterminarsi per decidere del proprio territorio. “Siamo alla predazione pura e il padrone bianco fa quel che vuole”, scrive Onnis.
Non è solo una questione de bidda, è un esempio per gli altri sindaci sardi; è una voce fuori dal coro. È la nuova Pratobello da sostenere.

Per contro, il sindaco di Selargius, Luigi Concu, ha entusiasticamente accettato a scatola chiusa, senza conoscere gli impatti ambientali, la servitù di due stazioni elettriche, che dovranno raccogliere e distribuire l’energia prodotta nell’isola, per essere convogliata verso la Sicilia, attraverso la Tyrrhenian Link. Altro sindaco, altro spessore. 

Idealmente, assieme all’energia prodotta, convergeranno a Selargius le servitù isolane in una sorta di mega-ciabatta elettrica.
Un comitato di cittadini si sta organizzando, ne parleremo su S’Indipendente nei prossimi giorni.

La Sardegna è sotto attacco dall’italia e dalla Nato. Si continua a sparare sulle coste sarde, le immagini di guerra (e della relativa propaganda) ormai fanno parte della quotidianità.
Il generale italico si complimenta con Solinas per l’accoglienza ricevuta e per il sostegno al bombardamento. Dubito che Solinas abbia gradito un così pubblico sostegno. Imbarazzante. Saranno contenti gli alleati a destra (che non rinunciano però al tiro al piccione sulla sua ricandidatura). Un po’ meno i sardisti.

L’attacco agli aeroporti, e il relativo rischio monopolio, è stato sventato più per questioni di lotta politica interna che per lungimirante strategia della maggioranza. Era un bocconcino avvelenato di Antonello Cabras.

La caccia grossa è in preparazione per le elezioni del 2024. A breve verremo invasi da “big” politici che vengono in visita a caccia di noi “indigeni”, scalpi da esibire in bacheca o da riporre a conc’e letu come collezione da mostrare per usi propagandistici, accompagnati da is canàrgius mediatici-politici, in cambio di collanine e specchietti: polpette avvelenate.
Ci attendono i soliti giochi politici, fughe in avanti su velleità di piccolo respiro, solo per esibire i trofei in bacheca.

Chi ha paura dell’indipendentismo?

L’indipendentismo divide? È grave se si nomina la parola, addirittura in un sottotitolo?

Venerdì scorso è successo un fatto. Il fatto è positivo, contrariamente a quello che la morale corrente potrebbe far pensare a primo acchito.
Il sit-in contro Calderoli (in visita nella colonia) e la sua autonomia differenziata, ha dato voce a due posizioni opposte, due sit-in, con due autorizzazioni diverse. Nella stessa piazza: quella indipendentista, rappresentata da CSS, che ha organizzato l’evento, che aveva invitato anche Sardigna Natzione, nella persona di Bustianu Cumpostu. Quella organizzata dai centralisti italocentrici, idealmente capeggiati da Pubusa e l’ANPI, che ha usato le attrezzature della CSS.

Sullo sfondo dell’evento un mega striscione chiariva immediatamente gli intenti, senza equivoci:
“A voi la differenza
A noi l’indipendenza”

Slogan riuscitissimo, sintesi perfetta che racchiude un mondo.

È successo che l’indipendentista Bustianu Cumpostu, che non ha fatto altro che fare Bustianu Cumpostu, dicendo cose da Bustianu Cumpostu. È stato contestato da alcune persone presenti al sit-in. In particolare l’ANPI di Oristano, nella persona della signora Carla Cossu ha interrotto il discorso, portando con ostentato orgoglio la bandiera tricolore al centro della platea, mentre altri elementi dal pubblico dello stesso sit-in hanno iniziato a scagliare insulti e urla. Come se non bastasse, dalla pagina facebook dell’ANPI di Oristano lamentano di essere stati loro ad aver subito l’attacco “squadrista”, stigmatizzando infine la lingua sarda.

(incollo lo screenshot perché la signora ha l’abitudine di censurare i commenti scomodi, forse anche i post)

L’interruzione del discorso è stato ripreso dal video, minuto 21’… ognuno può fare le proprie valutazioni.

Quale peccato originale?
Aver posto la questione “autonomia differenziata”, come scontro verticale (Sardegna-Italia) invece che orizzontale (destra italiana cattiva- sinistra italiana buona) e aver inquadrato l’attuale proposta di autonomia differenziata all’interno di una cornice storica italica nei suoi principali passaggi centripeti, fondamentali per inquadrare i processi in corso e gli eventuali errori da non ripetere.

L’attacco dell’Anpi, a Cumpostu, ha messo in luce due elementi fondamentali:

Il primo, banalmente, è  che esistono due visioni contrapposte della realtà sarda. La visione verticale (Sardegna-Italia) che per una volta esce fuori dalla bolla indipendentista; la visione orizzontale (destra-sinistra) quella italocentrica, largamente predominante in Sardegna.

Il secondo elemento riguarda i toni comunicativi. Cioè lo scontro diretto (verbale, sia ben inteso) in questo caso non voluto, è parte fondamentale per riuscire a portare un tema al centro dell’agenda politica.

Ad esempio, dal punto di vista comunicativo, nel ’94 Berlusconi occupò lo scenario politico dividendo l’Italia su una sorta di referendum su sé stesso.
Dividendo in due l’Italia, aveva obbligato tutti a scegliere da che parte stare, binariamente, ma non bonariamente.
Sicuramente non aveva convinto l’elettorato di sinistra, ma aveva riattivato l’elettorato moderato-qualunquista, quello più propenso all’astensione e forse anche qualcuno di centro-sinistra. 

Vale anche per l’indipendentismo? Certo.
Per dirla con il linguaggio del marketing politico, il leader in testa nei sondaggi è blu istituzionale ed evita lo scontro; il challenger cerca in tutti i modi il duello con il leader per riportare la situazione 50%-50%; i follower devono strillare per essere almeno presi in considerazione.

Non tutte le persone reagiranno positivamente, ad esempio la tizia dell’ANPI. Su alcuni è meglio non sprecare tempo.
La giusta domanda è più importante della giusta risposta, ma deve essere posta al giusto interlocutore.

Dividere è una cosa umanamente non simpatica.
Non dividere (politicamente s’intende) significa non esistere.


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Immagine: Cagliaripad

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