Ambiente

108 Articoli

Cultura

120 Articoli

Economia

7 Articoli

Giustizia

6 Articoli

Interviste

42 Articoli

Lingua

28 Articoli

Mondo

14 Articoli

Musica

1 Articoli

Notizie

58 Articoli

Persone

7 Articoli

Politica

143 Articoli

S'Imprenta

84 Articoli

Sanità

13 Articoli

Sport

4 Articoli

Storia

53 Articoli

Trasporti

2 Articoli

Non perdere gli aggiornamenti

Aggiornamenti da Punta Giglio: l’udienza del 24 Febbraio e il comunicato stampa del comitato Punta Giglio Libera

S’indipendente non pubblica solitamente comunicati stampa, ma la vicenda legata al Comitato per la difesa di Punta Giglio è uno dei temi di cui il blog ha seguito le vicende sin dall’inizio, quando cioè la Cooperativa privata “Il quinto elemento”, con sede a Milano, ha “miracolosamente” ottenuto, in seguito a bando europeo, l’autorizzazione a trasformare in un insediamento turistico privato le strutture militari della ex batteria antinave e antiaerea di Punta Giglio.

La ex batteria di Punta Giglio, costruita con una logica complessiva e ben inserita nel paesaggio naturale alla vigilia del secondo conflitto mondiale, è stata dichiarata dalla Soprintendenza competente per il territorio “bene di interesse storico/culturale e archeologico”, e si trova tra l’altro all’interno di un Parco regionale sotto tutela per la presenza di uccelli rari e protetti che vi nidificano.

Come è stato quindi possibile consentire di privatizzare, in dispregio a tutte le norme regionali, nazionali ed europee, un bene storico inserito tra habitat naturali tutelatissimi e non antropizzati? Tre cittadini, che vogliono verificare il rispetto delle norme vincolanti, e che la cooperativa aveva l’obbligo di rispettare nell’avvio dei lavori nel Parco, possono accedere limitandosi a passeggiare in quei luoghi che da sempre sono stati metalibera degli amanti della natura?

“Non è questa la sede per soffermarsi sull’inconsistenza dei termini dell’accusa – scrivono gli attivisti del Comitato – ci penseranno gli avvocati difensori, e sarà il Giudice di Pace a valutare circostanze e comportamenti, e motivazioni e intenzioni di accusatori e accusati. Noi però non possiamo non ricordare il clima in cui s’inscriveva la denuncia-querela e lo stato di profonda e allarmata apprensione che agitava in quei mesi l’opinione pubblica per i concreti rischi (e il susseguirsi di notizie) dei danni irreparabili cui erano quotidianamente esposti sia l’area protetta dell’ecosistema di Punta Giglio, sia gli habitat e i beni naturalistici affidati alla custodia del Parco Naturale Regionale di Porto Conte”. Ricordiamo che a suo tempo furono raccolte oltre 3500 firme con prese di posizione anche sui media nazionali nel tentativo di bloccare i lavori e che il lavoro di attenzione all’ambiente del Comitato, ora trasformato in associazione, e sostenuto da numerosi altri gruppi eorganizzazioni, non si è mai fermato.

Da parte nostra come blog continueremo a seguire la vicenda e a offrire spazio ainterventi che ne chiariscano e ne raccontino gli sviluppi.

Ninni Tedesco Calvi

Si è tenuta venerdì 24 febbraio, presso il Giudice di Pace a Sassari, la terza udienza del procedimento scaturito dalla “denuncia-querela” presentata dal presidente della Società “Il Quinto Elemento”, concessionaria dell’ex batteria antinave SR413 di Punta Giglio, contro l’allora presidente del Comitato “Punta Giglio Libera”, Giovanni Oliva, e contro i componenti Salvatore Scala e Roberto Murru, accusati di aver oltrepassato, il 27 giugno del 2021, i confini del “cantiere dei lavori in corso”, e denunciati penalmente per invasione di fondo altrui.

L’udienza è stata interamente dedicata all’interrogatorio del presidente della Società cooperativa che, secondo le tesi accusatorie, sarebbe stata vittima, nel 2021, del reato d’ingresso abusivo su fondo altrui, presuntivamente commesso dai tre soci del Comitato “Punta Giglio Libera”. Il rappresentante legale della Cooperativa ha risposto alle domande del pubblico ministero e degli avvocati difensori, Elias Vacca e Andrea Devoto. L’udienza è stata poi aggiornata al 19 maggio, quando verranno sentiti i testimoni del pubblico ministero. La parola passerà quindi agli imputati e ai testimoni delle difese.

In occasione dell’udienza di venerdì scorso le Associazioni impegnate nella difesa della Zona di Protezione Speciale di Punta Giglio (Comitato Punta Giglio Libera, Italia Nostra Sardegna, LIPU Sardegna, Assemblea Natzionale Sarda, Caminera Noa, Comitato Parco Nord Ovest Sardegna, Earth Gardeners Sassari, Sa domo de Totus, Sardenya i Llibertat Alghero, Siamo Tuttimportanti Sassari) hanno diffuso fra i loro sostenitori un’articolata nota, in cui, dopo aver precisato di non volersi soffermare sui dettagli di una querela inconsistente (“sarà il Giudice di Pace a valutare circostanze, motivazioni e intenzioni di accusatori e accusati”), ricostruiscono il clima di profonda apprensione che agitava in quei mesi l’opinione pubblica per i concreti rischi (e il susseguirsi delle notizie) dei “danni irreparabili cui erano quotidianamente esposti sia l’area protetta di Punta Giglio, sia i beni naturalistici affidati al Parco Naturale Regionale di Porto Conte”.

In particolare, le Associazioni ambientaliste ricordano lo scalpore suscitato dallo sradicamento del boschetto di conifere e ginepri scoperto nel dicembre 2020 nel terreno circostante l’Hotel Capocaccia, nella zona di Pischina Salida, “dove il reato ambientale, tutt’ora impunito, era stato consumato in un’area visibile dalla strada asfaltata e distante in linea d’aria meno di 300 metri dalla sede del Parco”.

Sottolineano, inoltre, che la vicenda dedotta in giudizio coincideva con la “manifestazione- passeggiata per sentieri e fortini nella borgata di Maristella”, e faceva parte del “mese di mobilitazione e protesta” promosso per richiamare l’attenzione delle autorità sulle caratteristiche dei nuovi lavori per l’interramento di tre chilometri e mezzo di tubature idrico-fognarie, che, stando agli impegni e alle promesse, dovevano consistere in un “taglio chirurgico”, e che invece si materializzavano in una pesante aggressione al sentiero originario ben testimoniata dai cumuli di roccia calcarea, brutalmente asportata con imponenti caterpillar e poderose ruspe ben visibili anche dal sentiero.

Ma forse – osservano infine polemicamente – nessuno poteva immaginare che in cima alle preoccupazioni dei dirigenti del Parco, ancor prima della salvaguardia dei beni affidati alle loro cure, potesse assurgere la foga di mettersi al riparo da ogni critica, arrivando a deliberare di autorizzare in via preventiva il presidente del Parco a “presentare nanti l’autorità giudiziaria – come si legge nella delibera del Consiglio direttivo del 13 maggio – denuncia-querela per i reati che verranno ravvisati nei confronti del Comitato denominato Alghero per Punta Giglio”.

Comitato Punta Giglio Libera

Fotografia: unsplash.com

Cumpartzi • Condividi

Lascia un commento / Cummenta

I commenti saranno sottoposti ad approvazione prima della pubblicazione.

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Captcha in caricamento...