Lo stato di salute del teatro. Intervista a Valeria Ciabattoni, direttrice del CEDAC
Com’è lo stato di salute del teatro? Ce lo racconta la Dott.ssa Valeria Ciabattoni, direttrice del CeDAC Circuito Multidisciplinare Spettacolo dal vivo in Sardegna. La Dottoressa è responsabile della programmazione artistica delle Stagioni di Prosa, Danza e Musica e circo contemporaneo nonché del Festival La Notte dei Poeti.
de Ninni Tedesco Calvi
Dottoressa, da marzo 2020 molte attività sono state aperte a fasi alterne e anche il teatro è stato fortemente penalizzato. Com’è la situazione?
Il teatro ha potuto aprire dal 17 giugno al 25 ottobre 2020 e si è potuta svolgere attività sia all’aperto sia al chiuso. Sì, è certamente uno dei settori più penalizzati e la motivazione, secondo me, è che il teatro (e la cultura in genere) non è considerato come un “bene necessario” ed è al contempo identificato come luogo di assembramento. Questo, nonostante tutti noi operatori abbiamo dimostrato di rispettare i protocolli anticovid imposti da DPCM garantendo un’adeguata sicurezza ad artisti, tecnici e pubblico.
In Sardegna quali danni economici ha provocato e quante attività approssimativamente ha interessato il lockdown?
Numericamente non saprei fare una stima. Sicuramente la Sardegna, come il resto dello Stato italiano, ha subito gravissimi danni economici. In particolare, oltre al settore dello spettacolo dal vivo, ci sono state ripercussioni molto importanti nel settore turistico, il quale muove una grande fetta di popolazione, dall’imprenditore medio-piccolo alle figure professionali che lavorano stagionalmente.
Si ha, invece, la percezione del danno culturale che ne è conseguito, che non è certo quantificabile in termini economici?
Secondo me no. Ripeto: la cultura non è percepita come un “bene essenziale e primario” né tantomeno come un settore “produttivo”. Da tanti cittadini il nostro comparto non è considerato un vero lavoro, per altri siamo “quelli che fanno ridere”. Il vuoto culturale mi sembra sia percepito da pochi perché nel frattempo c’è stato l’aumento di fruizione di materiali culturali in streaming che – sempre a mio parere – non ha fatto che peggiorare la situazione e drogare un “finto mercato”.
Pensa che le piccole realtà indipendenti si potranno riprendere, e che in tal senso siano sufficienti i ristori promessi?
Le piccole realtà culturali avranno difficoltà a riprendersi ma ci sarà comunque una ripresa, anche se lenta e dolorosissima. Probabilmente questa situazione aiuterà a far scomparire i lavoratori del “sommerso” (quelli che non hanno contratti, che lavorano in nero, categorie sicuramente non professionali). Un piccolo segnale positivo viene dal Senato, dove solo pochi giorni fa un gruppo di senatori ha presentato un DDL sullo Statuto delle Arti che parte dalla definizione di “cosa si intende per Artista”. Qualcosa si muove, insomma!
Quali proposte il circuito CeDAC potrebbe avanzare alle Istituzioni per dare ossigeno agli artisti e agli operatori culturali del settore e garantirne quindi la ripresa?
Il CeDAC, che è riconosciuto dal MiC come Circuito Multidisciplinare per lo spettacolo dal vivo in Sardegna, ha fin da subito dato il suo apporto. Anche durante i primi mesi di lockdown, ha giocato d’anticipo in stretta connessione con gli Enti locali per riprogrammare l’attività e soprattutto proteggere gli artisti precedentemente contrattualizzati. Pertanto, ha portato avanti un calendario molto fitto tra luglio e ottobre e al contempo ha sviluppato progetti didattici che hanno coinvolti attori, danzatori e tecnici.
In una recente conferenza stampa avete annunciato un cartellone con una timida riapertura. Può ricordarci l’evento? Possiamo auspicare un cartellone autunnale o restiamo in attesa degli sviluppi della pandemia?
Nella conferenza dello scorso 11 marzo abbia presentato la Stagione di prosa primaverile al Teatro Massimo di Cagliari e al Teatro Comunale di Sassari. Saranno tre mesi in cui saranno programmati 6 spettacoli per un totale di 48 recite. Speriamo di rimanere in zona bianca perché – secondo il nuovo Decreto legge – è l’unico colore che garantisce la riapertura dei teatri, sebbene con una capienza ridottissima: il limite è di 200 posti distanziati e, comunque, non oltre il 25% della capienza. È un disagio per il pubblico e un ulteriore problema per noi, se immaginiamo che i piccoli teatri rischiano di rimanere chiusi con questi limiti.
Come CeDAC abbiamo già pronta la programmazione estiva, dove prevediamo di fare circa 30 spettacoli, e anche quella autunnale con 140 spettacoli circa. Ovviamente aspettiamo gli aggiornamenti dal Governo per capire come e se miglioreranno i dati e soprattutto se la campagna vaccinale andrà per il meglio.
Grazie Dottoressa.
Grazie a voi.
Foto de presentada: Felix Mooneeram on Unsplash
Valeria Ciabattoni, dopo dieci anni in Francia nel mondo della danza, ora collabora con diversi enti culturali tra cui il Teatro Lirico di Cagliari. Dal 2005 è direttrice del CeDAC/Circuito Multidisciplinare Spettacolo dal vivo in Sardegna. Cura i rapporti con gli enti locali che aderiscono al Circuito (circa 27 teatri in Sardegna). Responsabile della programmazione artistica delle Stagioni di Prosa, Danza e Musica e circo contemporaneo nonché del Festival La Notte dei Poeti, è coordinatore nelle reti di paternariato regionale e nazionale. È membro attivo delle commissioni di valutazione dei progetti legati favorire la nuova creatività e alle attività di rete in cui è coinvolta il Cedac, in particolare per la Vetrina della Giovane Danza d’Autore del network Anticorpi XL e per la selezione annuale di giovani artisti della rete In-box.