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Sardegna unica regione in zona rossa. Non contiamo nulla?

De Angelo Fancellu

È proprio vero: Sardigna no est Itàlia!
Dai dati a disposizione (osservatorio GIMBE, LAB24, OPENDATA), nonché dalle notizie fornite dall’Istituto Superiore di Sanità, la Sardegna non sta peggio rispetto alle altre Regioni:

  • l’indice Rt in Sardegna è calato sotto l’unità (da oltre 1,5 di quindici giorni fa all’attuale 0,97), per cui si dovrebbe automaticamente scendere in zona arancione.
  • ci sono 11 regioni che, nelle ultime due settimane, hanno un tasso di incidenza per 100mila abitanti superiore alla Sardegna (Calabria, Basilicata, Sicilia, Puglia, Campania, Valle d’Aosta, Toscana, Piemonte, Lazio, Liguria, Emilia Romagna)
  • ci sono 4 regioni che hanno un tasso percentuale di incremento superiore alla Sardegna (Calabria, Basilicata, Sicilia, Puglia).
  • la Sardegna ha un tasso di occupazione delle terapie intensive del 24,1%, al di sotto del fatidico 30% che farebbe scattare l’emergenza. Ben 9 Regioni hanno un tasso superiore al 30% (Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Toscana, Umbria, Molise, Puglia) e altre 5 regioni superiori alla Sardegna ma al di sotto del 30% (Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Marche, PA di Trento).

Tutto ciò premesso, non si capisce per quale motivo solo i sardi debbano fare sacrifici ed essere relegati al quasi isolamento domiciliare!
Per quale motivo solo i sardi e le sarde devono privarsi dei saloni di bellezza e di altri servizi commerciali, se dal punto di vista sanitario nella nostra isola si sta meglio di altre Regioni?

Soprattutto non si capisce come mai in tutte le altre Regioni si inizi a ripartire e a riaprire dal 26 aprile, e solo in Sardegna si continui con la stretta delle privazioni e delle limitazioni personali.
Viene da pensare che non contiamo nulla, che tutto quello che altri scelgono e impongono venga accettato supinamente senza una minima reazione di orgoglio, senza la dovuta obiezione e senza la necessaria difesa dei diritti della gente di Sardegna.

Ho sentito l’assessore alla Sanità parlare al TG ma assolutamente non dire nulla di importante, solo esprimere tutta la sua rassegnazione sulle scelte che vengono fatte a Roma e puntualmente subite a Cagliari.
La classe politica che siede al Palazzo della Regione è praticamente supina, intimidita dalla paura di ulteriori penalizzazioni, inginocchiata a chiedere miseramente la questua, a chiedere intercessioni ai padrini politici di Roma, a genuflettersi in attesa della pietosa elemosina.

Pius ti abassas, pius su culu ammustras”, dice la vecchia saggezza sarda. E allora cari politicanti che ci rappresentate, mostrate un po’ di dignità! Alzate la testa, chiedete spiegazioni e protestate per le ennesime inique decisioni che arrivano da Roma.

Foto: Dave Lowe on Unsplash

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