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Osilo dice no alle miniere di Terre Rare!

Si è tenuta mercoledì 16 aprile presso il municipio di Osilo una affollata e partecipata assemblea pubblica alla presenza del Consiglio comunale e del rappresentante della società Valmisa srl, interessata a effettuare carotaggi per la ricerca di terre rare in un’area a ridosso del paese di oltre 31 kmq.

Il gruppo di minoranza ha espresso la sua ferma contrarietà al progetto mentre più concilianti sono apparse le posizioni del sindaco che ha infatti rifiutato di porre in votazione la proposta, adducendo come motivazione la necessità di sentire il parere della cittadinanza. Parere che ha espresso, dopo numerosi e qualificati interventi, un forte e deciso NO al progetto, sia dei carotaggi che dei successivi scavi alla ricerca dei preziosi minerali.

Come già riferito nella scorsa intervista pubblicata sull’argomento allo studioso ambientalista Lorenzo Scanu, le criticità emerse sono numerose e evidenti, tra cui si è evidenziata la credibilità della stessa società proponente il progetto, una società a capitale di 10.000 euro con sede a Londra e testa in Australia, e di cui fa parte uno dei soci della vecchia Sardinia Gold Mining, responsabile del disastro di Furtei e dei suoi veleni.  Le risposte fornite dal portavoce Francesco Manca alle domande espresse dal pubblico sono apparse dubbie e fumose, nonché accompagnate da un evidente malumore e soprattutto dalla fortissima preoccupazione rispetto alle sorti del territorio. 

Cosa rimane al territorio dei miliardi che guadagnerà la società oltre alle circa 800.000 tonnellate di materiali smossi e delle infiltrazioni di sostanze tossiche nelle falde acquifere?” chiede Lorenzo Scanu del Comitadu pro sa Nurra e, aggiunge Giusi Massidda dello stesso comitato “Ecco cosa ci lascia: rischio elevato di incendi, inquinamento da polveri radioattive, aggravio della crisi idrica a causa della consistente necessità di approvvigionamento per l’utilizzo dei macchinari”.
A queste considerazioni si aggiungono, per rafforzare le grandi perplessità sul progetto, gli argomenti esposti dal professor Gavino Sanna della Facoltà di Chimica, che sottolinea, dopo aver studiato in team la questione, come nella relazione presentata non si parli “di polveri di particolato tossiche e delle conseguenze gravissime per la salute delle persone in quanto l’inquinamento da metalli pesanti conseguente alle lavorazioni non si smaltisce mai”.
Uno studente di archeologia rileva come la zona sia interessata da numerosi siti storici e di alto valore archeologico non censiti nell’area destinata alle ricerche. Lo stesso concetto è stato ribadito a gran voce da una ex consigliera comunale che a suo tempo si era opposta a un progetto simile, ribadendo che il territorio di Osilo è “un bene da tutelare e che non ha bisogno di chi dall’esterno venga a determinare le linee di sviluppo locali” che restano a forte valenza artigianale, agropastorale, turistica e gastronomica. Ad esempio l’impatto del progetto Valmisa escluderebbe tutto il territorio dalla produzione biologica.

Insomma, come sostenuto anche dai colleghi della redazione di Emmo, intervenuti a chiedere che il consiglio comunale si esprimesse in modo chiaro e non ambiguo sulla posizione in merito alle osservazioni da fare entro il 23 aprile al Ministero, la comunità ha dichiarato la sua forte contrarietà, e molti studiosi presenti al dibattito si sono dati disponibili per sostenere la propria posizione in ogni sede necessaria, pur nella consapevolezza che la proprietà del sottosuolo, purtroppo, appartiene allo Stato, e che, di conseguenza, si potrebbero persino utilizzare le miniere per depositi di scorie tossiche o nucleari. 

Insomma sono sempre più numerosi i tentativi di depredare la Sardegna delle sue risorse con progetti speculativi a tutto vantaggio di società di dubbia consistenza, ma crescono anche la rabbia e l’opposizione del popolo sardo, che di fronte a tante e tali minacce, sta imparando a organizzarsi e unirsi con azioni forti e condivise. Il destino di Osilo è ancora da scrivere.


Immagine: Ninni Tedesco Calvi

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