Disinformazione continentale e giornalismo sardo
Il giornalista Vito Biolchini pubblica sul suo blog un pezzo dal titolo Contro le minch**ate dei giornali italiani servirebbe un giornalismo sardo autorevole: che non c’è. Parte dai titoli di “Corriere della Sera” e “Repubblica”, che dipingono la Sardegna come una bomba virale pronta ad esplodere, per ricordarci che i giornalisti del continente poco o nulla sanno della nostra isola. Secondo Biolchini, non c’è dunque in corso alcuna campagna mediatica coordinata e mirata a screditare il turismo sardo: solo tanta ignoranza. E rilancia: per difendere al meglio il nostro buon nome e la nostra economia serve un giornalismo sardo di maggiore qualità. Questo manca ed è questo il punto. Ecco l’avvio del pezzo. Il resto, qui.
C’è una campagna di stampa orchestrata contro la Sardegna? C’è qualcuno che, temendo le performance turistiche della nostra isola strombazzate dal presidente della Regione Solinas (che parla di “sette milioni di presenze”, chiaramente tutte da verificare, giacché i dati o sono pubblici o non sono e Solinas non ha fornito alla stampa alcuno straccio di riscontro) la vuole affossare per favorire altre regioni?
La questione è tutta qui: c’è un piano contro di noi oppure siamo banalmente vittime di un giornalismo superficiale, che si è manifestato prima con la presunta indiscrezione pubblicata dal Corriere della Sera (ma subito smentita dalla politica) secondo cui il governo Conte stava pensando di “chiudere” la Sardegna, poi con il nefasto titolo di apertura di Repubblica di ieri (“Virus, la Sardegna spaventa”)?
Il Corriere e Repubblica non sono due giornali qualunque, e le reazioni a questi due atti di giornalismo sono stati duri e diffusi. Non circoscritti alla élite politica, per intenderci: in Sardegna hanno fatto incazzare proprio tutti, senza distinzione di appartenenza.