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Ascesa e discesa di due Movimenti – S’Imprenta

S’Imprenta – Rassegna stampa dalla colonia

Tutti i sabato mattina su S’Indipendente

Due movimenti opposti si incrociano questa settimana:

  • il congresso del Movimento Cinque Stelle, in cui i 5s si normalizzano come forza “di sistema“.
  • l’assemblea di domenica scorsa a Ghilarza degli stati generali del Movimento Pratobello24 che dà vita ad una nuova proposta anticoloniale, senza compromissioni con i partiti – almeno, questa è la promessa.

Molti movimenti popolari che ciclicamente emergono per tentare di cambiare lo stato delle cose molto spesso non trovano uno sbocco politico-sociale, ma quando riescono a emergere, finiscono per ricalcare gli stessi meccanismi che hanno contrastato e, orwellianamente, cadono negli stessi schemi del sistema che si diceva di voler combattere. È quello che è successo ai Cinque Stelle.

Dunque che si fa, si rinuncia al cambiamento?
I movimenti popolari valgono per quella fase in cui sono riusciti a creare una carica di cambiamento, dopodiché si normalizzano, ed è la società che deve essere in grado di creare costantemente qualcosa di nuovo, che ricominci dall’analisi critica per sfociare nell’azione (e nell’altrettanto fondamentale narrazione).

Mentre il ministero blocca l’impianto agrivoltaico della Nurra, e viene bocciato anche quello di Guspini, arriva la sentenza del Tar Sardegna, per cui a Saccargia ci sarà il repowering dell’impianto eolico.

I due Movimenti incrociano le lame: la Rete Pratobello accusa il governo Todde di inerzia su Saccargia.

Rispondono i Cinque Stelle Sardegna, con un comunicato in cui sostengono che “all’8 di aprile 2024, quando la giunta Todde non si era neanche insediata, il Consiglio di Stato aveva emesso una sentenza definitiva a favore della società ERG Wind Energy, chiudendo un contenzioso legale durato tre anni”.

La domanda a cui i Cinque Stelle devono rispondere è: se era definitiva, perché c’è stata una ulteriore sentenza del Tar Sardegna?

In realtà è il Tar Sardegna stesso a citare proprio il silenzio assenso della regione quale titolo autorizzativo. Il movimento Pratobello ha fatto riferimento a quel testo.

Il punto sta in queste righe della sentenza:
“deve ritenersi che il titolo autorizzativo della ricorrente si sia formato tacitamente in data 14 giugno 2024, ossia decorsi 60 giorni dalla riattivazione della procedura datata 15 aprile 2024, non sussistendo la ragione ostativa evidenziata dall’Amministrazione.”

Il 15 aprile (dunque dopo la sentenza dell’8 aprile che i 5s dicono definitiva), scrive il Tar Sardegna, si “riattiva la procedura“, e scrive che il “titolo autorizzativo” si è formato tacitamente in data “14 giugno“.
Il 14 giugno la giunta Todde era insediata!

La cosa più grave è che mentre i Comitati organizzavano e pubblicizzavano in pompa magna l’evento di Saccargia proprio per il 15 giugno 2024, (cioè il giorno successivo alla scadenza) ponendo enfasi mediatica spinta anche dall’Unione Sarda, mentre il nome della Basilica stava sulla punta della lingua di tutti, la RAS ignorava quella scadenza e tacitamente acconsentiva. Impossibile che sia sfuggito!
Il Movimento Pratobello24 chiede le dimissioni di Todde.

Ma lei fa spallucce e si occupa di cose romane. Il movimento Cinque Stelle a congresso ha avuto delle lacerazioni, l’ala più dura e pura è stata estromessa, e Todde dichiara: «Abbandoniamo il passato antisistema. Quello è passato, abbiamo governato, siamo cresciuti, siamo entrati in quelle stanze»… Quelle stanze!

Il MoVimento del vaffa evitava la compromissione con i partiti, “né con la destra e né con la sinistra“, e stava con i comitati in lotta. Poi è stato con la destra leghista, con il PD e si trova i comitati contro, mentre ignora le 210.729 firme.
A sdoganare Draghi era stato proprio Grillo. Quello è stato il punto di svolta normalizzante dei Cinque Stelle. Dopo i partiti, l’alta finanza europea.

Todde è stata protagonista della fase draghiana dei cinque stelle, “rappresentava le aziende energivore” mentre era in scrittura il decreto Draghi. Dopo il congresso di questa settimana riesce a dichiarare: «Siamo noi quelli di sinistra, è ora di cambiare pelle» e, dal sito della Regione, promuove l’evento su Berlinguer per i 40 anni dalla scomparsa.

Berlinguer si starà rivoltando nella tomba” (semicit.)

Ammesso che Berlinguer abbia fatto qualcosa per la Sardegna, dunque è questa la nuova sinistra italiana?
Lo dicono mentre si preparano a regalare una valanga di soldi alle multinazionali, in una delle più grandi redistribuzioni di reddito al contrario, che favorisce la piramide alta della società senza lasciare nulla nel territorio, depredato ancora una volta.
La tecnologia del fotovoltaico, lo scriveremo fino a stancarci, consente la redistribuzione dei GW (e dunque dei benefici) sui tetti delle famiglie, rispetto ad altre industrie, come ad esempio la petrolchimica, in cui è necessario concentrare gli investimenti in grandi strutture, dunque con grandi capitali.
Sarebbe stata un’ottima occasione per alleggerire il peso del bilancio delle famiglie.

La “nuova” sinistra ex grillina non gode di troppi consensi, sono lontani i tempi in cui i Cinque Stelle prendevano il 32% a livello italiano. In Sardegna governa con appena il 7,8%, in Liguria prende il 4,6%, in Umbria il 4,7%, in Emilia Romagna il 3,5%.
Nella società non esistono più. Dal punto di vista del marketing-posizionamento politico hanno scelto di sovrapporsi ad un’area già occupata dal PD. I Cinque Stelle sono un prodotto ormai tenuto in piedi dal sistema mediatico-televisivo, che un tempo rifuggivano.

La normalizzazione è l’unico destino delle forze politiche antisistema?
I Cinque Stelle hanno apportato alcune proposte, il reddito di cittadinanza è stata una novità nel panorama italico, ma non sono stati in grado di portarlo avanti ed evitare furbizie varie e non hanno saputo difenderlo.
L’errore di base consiste nel fatto che hanno portato avanti l’azione dentro le regole del gioco, ma erano regole truccate, il banco coloniale vince sempre.

Per cambiare davvero occorre cambiare il paradigma di riferimento, che tradotto in Sardegna, significa, come minimo, cambiare la legge elettorale e lo statuto sardo, rivisto in maniera tale da modificare i poteri tra Sardegna e Italia, in cui la prima deve avere potere esclusivo sul suo territorio, sull’economia e sulla cultura, e che contenga i diritti della madre terra.
Senza cambio di paradigma rimane l’elettoralismo, in cui qualsiasi proposta è destinata a uniformarsi e normalizzarsi.

Intanto nel palazzo della regione

Il centrosinistra sardo, dopo la parziale bocciatura del decreto Pichetto Fratin da parte del Consiglio di Stato (il dl 45 è figlio di quel decreto), prova ad annacquare le proprie manchevolezze cercando l’intesa con il centrodestra, con cui introdurrebbe elementi della Pratobello, ma in maniera disorganica.
Infatti c’è l’intesa sull’articolo 1 nel testo lo Statuto sardo che richiama la Pratobello 24.

Di fatto il cerchio si chiude.
Destra e sinistra, coloniali erano e coloniali rimangono, con responsabilità simmetriche e speculari, nel sostenere Draghi, nel continuare con Pichetto Fratin, nel governo Todde, nel volere il Tyrrhenian Link, in un incrocio di scaricabarile non più sostenibile senza rischiare il ridicolo.
Forza Italia e Lega si smarcano, ma dovevano farlo anche con i decreti Draghi e Pichetto Fratin, ora non sono credibili. Per giunta, in alternativa alle rinnovabili, propongono il nucleare.

Lo stesso clima di concordia tra destra e sinistra italiana si riscontra nell’incontro tra Meloni e Todde che assegna alla Sardegna 3,5 miliardi, che verranno spesi nei settori ambiente, trasporti, casa, scuola e salute.
Questa fase storica verrà ricordata anche per l’ondata di soldi che sta investendo la Sardegna e il sud (difficile non pensare ad una sorta di compensazione per l’autonomia differenziata) oltre ai fondi del PNRR alle multinazionali.
Da capire come verranno spesi, quanti rimarranno in Sardegna in investimenti produttivi o strutturali, sperando che non si concludano in clientele in ottica neo-coloniale.
Qui ci sono i dettagli di spesa.

A proposito di concordia tra destra e sinistra italiana, si riparla di scorie nucleari in Sardegna: al via la fase di Valutazione ambientale strategica. Inizia la mobilitazione dei sindaci e della popolazione. Il Comitato NoNucle-NoScorie lancia un comunicato di fuoco.

Il caso Selargius: espropri, sgombri e i silenzi del Sindaco Concu

Questa settimana il sindaco di Selargius ha dato il peggio di sé ed è stato contestato duramente dai cittadini e dalla minoranza, in due consigli comunali.
La trasmissione di Rete4 ha rivangato le responsabilità enormi del primo cittadino, la testimonianza di tziu Nando, in cui ammette di essere stato consigliato dal sindaco che se non avesse venduto sarebbe comunque stato espropriato, ha riacceso le polveri tra il pubblico presente in sala consiliare.

Il sindaco dichiara a Rete4 di essere stato contrario al Tyrrhenian Link, e porta a dimostrazione il fatto che a dicembre 2023 diede mandato agli avvocati per il ricorso straordinario, dimenticando di dire che era stato proposto dalla minoranza e votato con l’aiuto di due consiglieri della maggioranza, mentre lui stesso si asteneva. Il resto della maggioranza era uscito dall’aula nel tentativo di far mancare il numero legale.

Durante lo sgombero del presidio dello scorso 20 novembre 2024, avvenuto con una prova muscolare italica completamente fuori misura, il sindaco non si è recato immediatamente sul posto, non ha fatto in modo che si convocasse con urgenza il consiglio comunale per aggiornare immediatamente i consiglieri, ha dato notizia ufficialmente solo dopo sei giorni, ma solo su richiesta esplicita della minoranza.

Però otto giorni prima, il 12 novembre 2024 era stato convocato d’urgenza il consiglio comunale per azzerare la commissione ambiente che aveva messo all’ordine del giorno la situazione nelle campagne selargine, il Tyrrhenian Link e le aree idonee. La maggioranza in consiglio d’urgenza aveva eletto la nuova presidenza e, contrariamente a qualsiasi prassi, anche la vicepresidenza, la cui scelta sarebbe dovuta spettare invece alla minoranza.

Il consiglio comunale di giovedì 28 novembre si è concluso con parecchie contestazioni da parte del pubblico in sala e con la richiesta di dimissioni, ormai non più rimandabili.

Il 4-5-6 dicembre, a sa Barracca de su Padru di Selargius gli attivisti organizzano tre giorni di manifestazioni pacifiche. Il terreno dove sorge sa Barracca sarà espropriato il 5 dicembre.

Sa cida in 1 minutu

Sanità. Cagliari, la marcia del Sulcis per il diritto alla salute

Fine vita, la Sardegna verso l’approvazione della legge: prima regione in Italia

Lavoro, sanità e diritti: a Cagliari la protesta contro la manovra Meloni

Speculazione coloniale. Il popolo di Pratobello torna a Saccargia: “abbraccio” alla basilica contro l’assalto eolico

Speculazione coloniale. i comitati Pratobello in piazza Palazzo per Meloni e Todde: «Ci sono 210 mila firme contro la speculazione energetica»

Speculazione coloniale. «Nuraxi Figus, cavi da 36.000 volt a mezzo metro dalle case. Il Sulcis non è una pattumiera»

Speculazione coloniale. Nasce Zente, composto dai comitati che non hanno aderito alla Rete Pratobello

Speculazione e Media, Il Foglio. Todde for future: la Sardegna vieta le rinnovabili al 506 per cento del suo territorio
La propaganda di questa gente sfida la logica-matematica

Sicurezza, il prefetto di Oristano chiede all’Anas telecamere agli accessi della Statale 131

Media. In Sardegna si predilige l’informazione tradizionale e, colpo di scena, “tra i risultati emerge che prima che italiana o europea, la maggioranza dei sardi si sente sarda (57%).
Il sentimento di italianità sta solo al 18%.


Società. Questa settimana cadeva la giornata contro la violenza sulle donne, ci sono stati diversi eventi in tutta l’isola.

Le scottanti inchieste della Nuova Sardegna. Incidente sulla Sassari-Ittiri: investiti 2 cinghiali


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Un commento

  1. Pro su chi pertocat sa Sardigna sos ex grillinos (e totugantos ex e chentza ex) sunt de “sinistra” si unu los abbàidat de sa parte de palas (de su restu solu pro s’iscritura su “Vaffa” fit de significadu chentza cussa parte a s’artària de sas nàdigas). Ma ite tiaimus nàrrere de totu sos àteros tricoloristas, de cale parte sunt?
    Su callonàmine de sos polìticos sardignolos che zughent totugantos sa conca oltre Tirreno e intro NO bi zughent su bisonzu, sa dignidade, su rispetu, sa libbertade e responsabbilidade de sa Nazione sarda, sunt “Via libera” e “cinghia di trasmissione” a carrare totu s’arga chi s’Istadu italianu nos betat a subra e ne idea e ne gana peruna tenent de cambiare sa cunditzione de dipendhéntzia infame, coment’e chi no iscant o no siat bonos a fàghere àteru.
    E fintzas a candho sos Sardos sighimus ifatu e collindhe s’arga de sos partidos tricolores o tricoloristas nois amus a èssere sempre de prus disastrados, disunidos, cun dificurtades sempre prus mannas ca amus èssere sempre prus pagos (a fàghere contu de s’ùrtimu annu ebbia amus pérdidu prus de 8.000 abbitantes) e ispérdidos puru.
    Benénnidu su movimentu de sos Comitados fora de sos partidos (?) tricoloristas ca solu fora e chentza cussos podet nàschere su chi serbit a sa Sardigna: meritant totu s’interessamentu responsàbbile nostru pro su cambiamentu netzessàriu pro sa libbertade, bisonzos mannos, dignidade e responsabbilidade cosa nostra de pópulu.

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