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L’Italia sotto i riflettori del mondo, grazie a Musk. Una occasione o una sconfitta per gli indipendentisti sardi?

L’ANTEFATTO

Il 13 novembre, il magnate sudafricano Elon Musk pubblicava sulla piattaforma X un post destinato a far tremare l’Italia. This is unacceptable. Do the people of Italy live in a democracy or does an unelected autocracy make the decisions?- E’ inaccettabile. Gli italiani vivono in una democrazia o le decisioni vengono prese da una autocrazia non eletta?

Il miliardario si riferiva esplicitamente alle vicende poco prima avevano monopolizzato le cronache italiane. Quelle che vedevano il potere giudiziario contrapposto a quello esecutivo nella vicenda che interessava il trasferimento di alcuni migranti dal territorio italiano a quello albanese. L’episodio, da diversi giorni, era già oggetto delle beghe tra partiti di destra e sinistra italiana. Situazioni alle quali la retorica italiota già da tempo ci ha abituato. Quale miglior occasione per appiattire, per l’ennesima volta, il livello della dialettica. Dialettica che, come da consolidata tradizione italiana, si riduce costantemente ad una questione di tifoserie tra chi ha votato a destra e chi a sinistra. Un siparietto talmente rodato da essere utilizzato come arma di distrazione di massa da qualunque forza, in carica e non.

Il post di Musk, in realtà il terzo sulla stessa linea, era destinato a creare un terremoto nella penisola italica. Di li a poco avremmo assistito a un’onda di orgoglio nazionalista. Di quelli che in Italia si vedono raramente. Forse dopo le partite di calcio. Quelle vinte, chiaramente. A far scatenare la bagarre, sarebbe stato, di li a poco, nientemeno che Sergio Mattarella. L’Italia sa badare a se stessa nel rispetto della Costituzione… Chiunque, particolarmente se, come annunziato, in procinto di assumere un importante ruolo di governo in un Paese amico e alleato, deve rispettarne la sovranità e non può attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni. Mattarella con questa dichiarazione, faceva un riferimento non esplicito, ma chiaro, al ruolo di Musk nella campagna elettorale del neoeletto Presidente degli Stati Uniti. Ruolo che sarebbe chiaramente evoluto in un riconoscimento formale a Musk, come di fatto è stato. Il giorno successivo, infatti, Elon Musk è stato nominato responsabile del Ministero dell’efficienza governativa.

Apparentemente, tutta questa storia potrebbe non avere assolutamente niente a che fare con il nostro popolo sardo e con la nostra isola. In realtà non è esattamente così. Questa storia, infatti, ci permette di fare un’importante autoanalisi. Su un tema di enorme importanza: Come ci stiamo muovendo in quanto popolo che aspira all’autodeterminazione?

LA SEMPLIFICAZIONE

Immaginiamo di avere davanti un foglio bianco e dover scrivere una risposta a questa domanda: Quale modello culturale vorremmo per la nostra nuova Natzione sarda? Quale tipo di retorica vogliamo creare? Dove vogliamo portare il livello della nostra discussione istituzionale?

L’intervento di Musk, opportuno o inopportuno che fosse, ha reso palese come in Italia anche argomenti di rilievo fondamentale, come il ruolo e i rapporti tra il potere giudiziario e legislativo, possono essere ridotti a meri scontri tra fazioni. Temi che costituiscono l’architrave fondamentale del diritto vengono strumentalizzati e resi oggetto di diatriba. Il merito perde totalmente di senso per perpetuare una finta battaglia di parte. E poco importa quale sia la posta in gioco.

Il ponte logico è tanto ovvio quanto ghiotto a coloro che da questo modello hanno creato un reddito. Siccome Musk è repubblicano, allora è di destra. Legame suggellato dalla simpatia dimostrata in passato verso Giorgia Meloni. E siccome è di destra, allora chi si pone a sinistra ha il dovere morale di attaccarlo. Facile, lineare e semplice.

La realtà, però, è decisamente più articolata di così.

I RAPPORTI TRA ITALIA, EUROPA E AMMINISTRAZIONE TRUMP. UN’OCCASIONE PER LA SARDEGNA?

Si fa spesso parlare di stati europei come clientes degli USA. Stati obbligati ad adempiere ad una serie di obblighi nei confronti del loro patronus ma che, a detta di molti, stanno meglio del centro dell’impero. In effetti, è difficile affermare il contrario. Laddove negli Stati Uniti si vive il quotidiano rapporto con la potenziale imminente guerra, dall’altra parte dell’oceano, l’italiano, il francese, il tedesco si svegliano quotidianamente senza troppi patemi d’animo. A lungo andare di questo si è accorta la stessa opinione pubblica americana. In preda a seri problemi interni, non per ultimo lo spaventoso problema con le droghe sintetiche, buona della popolazione statunitense ha incominciato a mettere in discussione l’atteggiamento degli USA nei confronti di quelli che vengono visti come i parassiti europei. Gli stati del vecchio continente godono di protezione e dunque spendono poco in armamenti. Ed esportano merci negli USA riempiendosi le tasche senza troppi sforzi. Questa la narrazione.

La parte dell’opinione pubblica che la pensa in questo modo è esattamente quella che nelle urne ha appoggiato il duetto Trump- Musk. Trump, in particolare, nella sua campagna elettorale più volte aveva descritto gli stati europei come entità parassitarie. La sua strategia? Ridurre l’impegno militare sui clientes. Ridurre le importazioni dall’europa. Tutto ciò è tanto vero che alcuni citano gli accordi di Abramo, antefatto della guerra Israelo-Palestinese, come un primo tentativo degli USA di allentare la presa in zone divenute via via meno interessanti. Per rivolgere l’attenzione altrove. Accordi di Abramo voluti dallo stesso Trump nella sua precedente legislatura.

Ora, data la situazione, viene da porsi una domanda fondamentale. Cosa succederebbe se gli Stati Uniti diminuissero la loro presenza negli Stati Europei? E’ possibile che gli USA vadano a ridurre il loro peso militare in modo importante in Italia, tanto da mettere in discussione la loro opprimente presenza in Sardegna? E se ciò dovesse avvenire, come Natzione sarda, vogliamo farci trovare preparati, o vogliamo inseguire delle improduttive retoriche italiote? La risposta è chiara. Se gli USA allenteranno la presa sulla nostra isola, ci sarà finalmente la possibilità di rimettere in discussione il ruolo della Sardegna come piattaforma militare nel panorama militare europeo. E noi non possiamo farci trovare impreparati. E soprattutto, non possiamo farci trovare intrisi di concetti partitici che neanche ci appartengono. Come Natzione, dobbiamo imparare a crearci una strategia. E questo stato di cose, non è detto che strategicamente non ci faccia gioco. Appoggiare il duetto Trump-Musk forse è eccessivo. Ma un po’ di sana e speranzosa neutralità, forse farebbe comodo al mondo indipendentista, in futuro.

L’OPINIONE PUBBLICA DEL POPOLO SARDO. COME INDIPENDENTISTI, NON DOVREMMO PLAUDERE A ELON MUSK?

Destra o sinistra, repubblicani o democratici. Si può essere di qualunque parte politica. Ma una cosa è certa. Elon Musk, con le sue dichiarazioni e la sua potenza mediatica ha fatto emergere l’inadeguatezza delle istituzioni italiane. Come indipendentisti, nel momento in cui ci scagliamo contro Elon Musk stiamo facendo il gioco del nazionalista italiano. Quale occasione più ghiotta di portare all’attenzione dei sardi l’incapacità istituzionale del colonizzatore? Quale che sia la propria parte politica, il fatto che un tema di una tale importanza sia balzato alle cronache internazionali è elemento di forte imbarazzo. E l’imbarazzo non è di una parte politica, ma dell’intero panorama istituzionale italiano. Non si parla qui di strumentalizzare un evento, bensì di depurarlo da facili conclusioni di parte. Quello che rimarrebbe, sarebbe una situazione senza dubbio sgradevole per Roma. Ma purtroppo, non siamo ancora strutturati per vederci chiaro, in queste situazioni. Tralasciamo, in questa sede, la semplificazione della logica che vede abbinare il politico italiano con il repubblicano americano. Sul tema si potrebbero versare fiumi di inchiostro dato che l’abbinamento, conti alla mano, non è del tutto scontato.

CONCLUSIONI

Da indipendentisti che davvero credono nel diritto all’autodeterminazione, abbiamo la possibilità di ricomporre tutto. Da zero. Non siamo costretti a prendere nulla dagli altri che non sia di nostro gradimento. Già da oggi. Possiamo crearci la nostra retorica. Possiamo mettere in piedi i nostri ragionamenti che non necessariamente hanno a che fare con quello che abbiamo visto finora. Possiamo creare il nostro modello di serietà.

Se un foglio bianco dovessimo riempire, riempiamolo cose buone. Non con le idee del colonizzatore, che non possono fare altro che ritorcersi contro noi stessi.  


Immagine: Paolo Dessì con ChatGPT

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