Il “Caos Transizione”, la presa del Palazzo e il Bannus Consensus – S’Imprenta
S’Imprenta – Rassegna stampa dalla colonia
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12 donne conquistano il Palazzo per due giorni: Concetta Pozzi, Luisa Loddi, Maria Grazia Demontis, Marta Vacca, Maria Laconi, Annie Sommo, Rosi Tocco, Piras Gianfranca, Assunta Biscu, Salvatora Pinna, Laura Scema, Vincenza Asuni.
Una leggenda1 racconta che Eleonora d’Arborea riuscì ad espugnare il castello di Monreale, del “Re di Aragona”, con l’astuzia. Eleonora mandò un messaggero chiedendo la mano della nipote del castellano, che accettò. Eleonora, vestita da uomo, entrò e conquistò il castello.
Questo martedì è iniziata la discussione in aula per il ddl 45, le truppe dei consiglieri ormai sono schierate, ripetono le posizioni note: Todde chiusa a riccio, la maggioranza regge ma ci sono dei distinguo, la destra cavalca la legge popolare ma non ha i numeri.
A smuovere la quiete di un rituale con il finale apparentemente già scritto ci pensano i presidianti, anzi Le Presidianti: in 12, entrano per assistere alla seduta, occupano l’aula, bloccano i lavori, e passano la notte nel Palazzo.
All’esterno, in quello che è ormai un accampamento, i presidianti bivaccano sotto il palazzo cagliaritano, ma non abbeverano gli innominabili animali nella città in cui vige la battuta pronta.
Attendono notizie, danno sostegno alle dodici donne e contestano un consigliere regionale, mentre l’avvocato Zuddas è al suo decimo giorno di sciopero della fame e finisce in ospedale per un malore.
Dalla minoranza arriva la promessa che la Pratobello24 verrà discussa sotto forma di emendamenti alla legge “aree idonee”.
Insomma, il palazzo è arroccato, ma per Todde arriva la doccia fredda nella serata di giovedì: il consiglio di stato boccia una parte del decreto aree idonee Pichetto Fratin, su cui si basava il ddl 45 “aree idonee” di Todde.
Per alcuni è il capolinea del ddl 45, per altri è un provvedimento peggiorativo della situazione sarda. Per l’assessore all’industria Cani non cambia nulla.
Ironia della sorte, Todde ha contribuito alla scrittura del decreto Draghi (su cui si basa la bocciatura della consulta), era a capo della conferenza stato-regioni nella trattativa del decreto aree-idonee Pichetto Fratin, mentre in regione ha scritto il ddl 45.
Todde 1 contro Todde 2 contro Todde 3, e la partita è persa!
Todde vola a Roma a chiedere maggiori poteri per la regione sarda proprio alle persone a cui vorrebbe negare l’autonomia differenziata.
Grande è il caos sotto il cielo dei partiti “sardi-ma-anche-italiani”
Prendiamo il caso Selargius, emblematico del caos tra i partiti.
Preparatevi al mal di testa:
Nel consiglio comunale selargino il centro sinistra (PD, Progressisti, alcune liste civiche) più Lega e Psd’Az a dicembre 2023 votarono il ricorso straordinario contro il Tyrrhenian Link (ancora attendiamo l’esito), mentre Forza Italia, Fratelli d’Italia, Riformatori, Sardegna 20venti, UDC, e altre liste civiche cercarono di far mancare il numero legale o si astennero. Grazie ai consiglieri che hanno votato per il ricorso oggi possiamo dire che Terna installa la servitù contro la volontà del consiglio comunale: un atto coloniale in piena regola.
Gli stessi partiti che a Selargius erano contrari erano invece favorevoli nel consiglio regionale: il Psd’Az ha firmato l’intesa per il Tyrrhenian Link ad agosto 2023.
Nel centro sinistra Todde è favorevole al Tyrrhenian Link, Comandini non lo mette più in discussione (ma nel 2021 era schierato contro tutta questa transizione perché favorevole al metano);
Sul ddl 45 Uras dei Progressisti dichiara di aver firmato la Pratobello24 e chiede che sia presa in considerazione, Massimo Zedda è sulla stessa linea, vedremo il voto in aula dei rappresentanti.
Forza Italia e Lega da destra vogliono approvare la legge Pratobello24, come diversi gruppi di destra, addirittura Tajani questa estate venne a dire che era favorevole alla legge popolare e che le pale andavano messe nel centro Sardegna, e non nelle coste (ma la Pratobello24 esclude l’opzione del segretario di Forza Italia).
Se andiamo a livello statale, a destra, c’è un altro capovolgimento doppio carpiato: Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, sono insieme nel governo con Pichetto Fratin, che ha scritto il decreto “aree idonee”, che è in linea con il ddl 45 Todde, cioè l’antitesi della Pratobello24;
A sinistra Schlein e Grillo accusano la Sardegna di essere contro la transizione, perché reputano, erroneamente, la legge Todde troppo restrittiva.
La confusione è tanta, i partiti “sardi-ma-anche-italiani“ giocano alle tre carte per creare confusione mediatica.
La partita a Selargius non si è conclusa un fatto grave è accaduto questi giorni.
Il presidente della commissione Ambiente, Alberto Cappai (Psd’Az, che stava nella maggioranza, ma che aveva votato contro il Tyrrhenian Link) convoca la commissione ambiente per il 14 novembre, per discutere sulle aree idonee selargine e in generale sull’agro che include il Tyrrhenian Link.
La questione non è andata giù alla maggioranza che ha indetto immediatamente un consiglio straordinario, con cui ha sciolto la commissione estromettendo Alberto Cappai dalla presidenza e Francesca Olla dalla vicepresidenza. La maggioranza, contro ogni prassi consolidata, ha sostituito Olla con un consigliere di minoranza, di fatto sostituendosi nella scelta che spettava alla minoranza.
Un atto di prepotenza in piena regola, sul Tyrrhnenian Link e sulle aree idonee pretendono silenzio, per questo ne parliamo, non è solo una questione locale, mostra la cortina di ferro che cala quando si parla dell’opera di Terna.
Il giorno 13 novembre a Sinnai sono stati fatti alcuni espropri, dove passa il cavo Tyrrhenian Link, mentre l’Unione Sarda pubblica i nomi dei prossimi proprietari che saranno espropriati a Selargius.
La confusione è tanta, nemmeno il dirigente del ministero dell’ambiente ci capisce qualcosa e nell’intervista a Report, deve rettificare le sue iniziali dichiarazioni, su chi ha l’ultima parola nelle competenze sull’off-shore: inizialmente dichiara che l’ultima parola spetta alla regione, poi, dopo aver visto la sua intervista sui social, aggiunge una toppa in cui smentisce sé stesso: spetta allo stato.
Nella stessa puntata Todde rimarca il fatto che comunque il cavo delle pale in mare deve “sbarcare a terra”, e si appella ai poteri urbanistici dello statuto sardo, gli stessi poteri su cui è basata la Pratobello24 (e non il suo ddl 45), che però vuole escluderla dal voto.
Ad aggiungere la confusione, Todde dichiarava che “alcuni” comitati del coordinamento (non della Rete Pratobello24) collaborano. Iniziano ad arrivare le prime smentite: il Comitato Nuraxino, per via del portavoce Ballisai, nega perentoriamente.
Attendiamo altre smentite da parte di altri comitati.
Altro che “pranzo di gala”, “questa transizione è un caos pazzesco” (semicit.) tanta è la fretta caotica con cui si sono attorcigliati i vari provvedimenti legislativi e con cui sta proseguendo.
Aree idonee significa grande capitale, la sinistra ha preferito il modello che favorisce le big company, contribuendo a distribuire il reddito verso il vertice della piramide, ignorando la volontà popolare delle firme.
Questa cosa peserà nella gobba della sinistra sarda-ma-anche-italiana per parecchio tempo.
Se con Solinas era Lussu a “rivoltarsi nella tomba”, ora è il turno di Gramsci.
Non riconoscere il risultato del voto regionale e il Bannus Consensus
Il voto regionale di febbraio 2024, come quello degli ultimi 15 anni, è viziato da una legge elettorale che falsa la rappresentanza popolare. Al di là delle due coalizioni rimaste fuori, altri movimenti hanno rinunciato a priori a partecipare.
Il mazzo di carte è truccato, il banco coloniale vince sempre, è necessario non riconoscere i governi in carica.
Eliminano la partecipazione democratica e le manifestazioni “non violente” di chi si sdraia per terra (la legge 1660 è per ora approvata al senato)!
Cosa ci rimane?
Le istituzioni del periodo giudicale avevano delle particolarità uniche per quel tempo, una di queste riguardava il rapporto tra il sovrano e il popolo: il Bannus Consensus, con cui il Giudice poteva essere detronizzato (e ucciso, ma questa prassi la lasciamo alla storia) se non agiva seguendo gli interessi del popolo.
La parola “Autodeterminazione” contiene (oltre a “nazione”) le parole “azione” e “determinazione“.
La società sarda, nelle sue avanguardie, sta apprendendo un metodo basato sull’azione e sulla determinazione, che è applicabile anche ad altri settori: la sanità, ad esempio, i trasporti, la scuola sarda e i diritti in generale.
Capitolo “la Pratobello aprirà le porte all’idrogeno!“
Progetto SulkHy. Bando per un impianto di idrogeno verde in Sardegna della Regione Sardegna.
Data inserimento: 11 Novembre 2024
Gli anti-Pratobello24 aggiornino il ritornello.
Sa cida in 1 minutu
Autonomia Differenziata, ok della Consulta ai “controricorsi” delle Regioni del Nord.
Sardegna, Toscana, Puglia e Campania avevano chiesto l’impugnazione dell’autonomia differenziata.
La Corte costituzionale ha ritenuto «non fondata» la questione di costituzionalità dell’intera legge sull’autonomia differenziata delle regioni ordinari, considerando invece «illegittime» specifiche disposizioni dello stesso testo legislativo.
Autonomia differenziata, la Corte costituzionale accoglie parti del ricorso della Sardegna
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Evidentemente non ci sono giornalisti sardi, la mirata è sempre italocentrica
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A proposito… la Regione ha bisogno di migliorare la propria carente comunicazione, dunque… social media manager fatevi sotto: Selezioni Regione Sardegna: assunzioni per Addetti stampa, social media manager, digital PR e altre figure
Le temibili inchieste della Nuova Sardegna. Tv, Maria de Filippi: «Ecco perché ho rinunciato all’eredità di Maurizio Costanzo»
1M.Gabriella Da Re, costruzione del presente, eredità del passato, bricolage, invenzioni nel mito popolare di Eleonora, tratto da Le carte di Arborea, falsi e falsari nella Sardegna del XIX secolo, edito da AM &D Edizioni
Immagine di copertina: Andrea Corda
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[…] Per approfondire questi temi e capire le dinamiche che stanno influenzando il futuro della Sardegna, vi invitiamo a leggere l’articolo completo su S’Indipendente: Il caos transizione: la presa del Palazzo e il Bannus Consensus s’imprenta. […]
La cosa che mi ha lasciato basito – e che dà la misura della situazione in cui ci troviamo – è stata la diffida inviata al consiglio regionale da due compagnie accampanti pretese di installazione di impianti di rinnovabili, non so bene se eolico o fotovoltaico.
Una DIFFIDA.
Praticamente è come se un ladro che pianifichi un colpo in un appartamento inviasse una diffida al padrone di casa, intimandogli di non azzardarsi a chiudere le porte a chiave.
Se fosse vero ci sarebbe da rovesciare il tavolo (i dubbi sono legittimi in questo contesto e periodo).
Si conoscono i nomi di questi impuniti?