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Fàulas italiche sulla speculazione coloniale in Sardegna

Si dice che in Italia prendono delle decisioni politiche sulla Sardegna, senza comprendere quello che accade o semplicemente fregandosene della realtà isolana. È vero. Vedi il Bogino che nel ‘700 cala dall’alto la lingua italiana, oppure l’editto delle chiudende dell’800, forzando all’agricoltura un mondo pastorale, le cattedrali nel deserto del piano di rinascita nel ‘900, che non tengono conto del tessuto economico. A volte per imposizione, a volte per ignoranza. ll contrario del principio Einaudiano “conoscere per deliberare”.

Nel caso della disinformazione, dunque presumendo la buona fede, occorre immaginare che parta dal classico giornalista tipo Severgnini, che ogni anno stila il suo elenco per mostrare la sua conoscenza della sardità acquisita da anni di frequentazioni vacanziere o poco più, tra sciocchezze di Sardegna più vere di altre, consigli su cibi, luoghi misteriosi e incontaminati, zone selvagge quanto i suoi abitanti pastori.

Portovesme è Sardegna quanto la Barbagia, Quirra non è in Lombardia, la penisola Delta, a Teulada, pur essendo maurreddina (dunque Africa), è sardissima. Non le chiamerei aree selvagge e incontaminate. Di misterioso ci sono solo le sostanze inquinanti diffuse nei territori.
Su queste basi giornalistiche si fonda la disinformazione sulla Sardegna che vedremo ora, su cui prendono decisioni politiche che influenzeranno le nostre vite. Parliamo di servitù energetiche.

Fàula 1: Todde è contro le rinnovabili

La prima percezione errata della realtà è che in Sardegna si rifiutano le rinnovabili, perché Todde ha fatto la moratoria, per cui Todde, in continente, viene spacciata come la paladina dei sardi contro l’eolico

Questa cosa è totalmente fuori dalla realtà, qualunque sardo lo sa. Nell’isola, Todde è additata come responsabile di questa fase speculativa, da governatrice ora e da viceministra prima, insieme a Solinas, governatore nella precedente legislatura, costui per l’assoluta inerzia e per la firma di intesa per il Tyrrhenian Link. 

Ora, da queste basi, questa percezione crea una realtà distopica di quello che sta accadendo in Sardegna. 
Questa disinformazione prosegue su altri pezzi della narrazione, per cui per Repubblica (che addirittura si incensa di risposta della scienza)  siamo i maggiori inquinatori dell’Italia (posto che Sardigna no est Italia).

Fàula 2: la Sardegna inquina l’Italia

Questa fàula è quella che ha fatto innescare altre fàulas, per cui è necessario installare rapidamente il Tyrrhenian Link per chiudere le due centrali a carbone. Un’imponente spesa di 3,7 miliardi. Le due centrali a carbone inquinano e devono chiudere, ma a chi serve questa produzione? Per capirlo occorre guardare al saldo tra produzione, consumi sardi ed export energetico.

La quantità di GW prodotta dalle due centrali è molto vicina alla quota esportata di energia, il 40% di quella prodotta. Dunque, ci stiamo inquinando per portare energia all’Italia e poi ci additano di essere inquinatori. Cornuti e mazziati.
Questa cosa viene ripetuta come un mantra, ma è una fàula. 

Fàula 3: i comitati sono contro le rinnovabili

Fàula tra le fàulas, c’è quella di Vaielettrico, ad esempio che, molto disonestamente (PERCHE’ SI / PERCHE’ NO), sostiene che i comitati siano contro le rinnovabili, dopo che in mille parole e mille scritti hanno specificato di non essere contrari alla transizione, ma di essere contrari al modo con cui la stanno portando avanti. Cioè non a misura dei sardi, come ennesime servitù coloniali calate dall’alto e senza nessun vantaggio oggettivo. 

Il potentissimo messaggio che passa è solamente quello della copertina grafica. Tutto quello che verrà detto nel video (ammesso che tutte le persone che vedono la copertina ascoltino attentamente l’intervista) verrà interpretato con quel framework.
Sono trappole mediatiche confezionate ad arte, non nascono dall’ignoranza, ma dalla mala fede.

Fàula 4: la Pratobello 24 è stata scritta da una minoranza di destra

Fake news fresca fresca di stampa, il disinformatore Dario Lucisano ignora completamente il panorama politico e sociale sardo.
Esattamente quale partito avrebbe voluto la Pratobello 24? Fratelli d’Italia? Assolutamente no. Forza Italia ha provato a cavalcarla quando i cavalli erano all’arrivo delle firme, non si può certo dire che l’abbiano “voluta fortemente”.
Stanno goffamente cercando di metterci il cappello. Questa cosa verrebbe smentita anche da Biolchini che qualche giorno fa accusava l’avv. Michele Zuddas (promotore della Pratobello) di non avere le idee chiare perché il voto in aula di Forza Italia era necessario. Qualche giorno prima Zuddas aveva preso le distanze da Pittalis (Forza Italia) che voleva cavalcare la legge. A meno che il giornalista Lucisano non intendesse Mauro Pili, come minoranza di destra, ma dimostrerebbe di aver capito ancora meno. Pili è da tre legislature regionali fuori dal centro destra sardo, si è presentato due volte come candidato per progetti indipendentisti, per poi dedicarsi completamente al giornalismo da diversi anni. 

Fàula 5: dov’era la protesta quando c’era Solinas?

C’è poi la bufala tutta sarda, molto vittimistica, permalosa e piagnona di chi, incapace di incassare critiche politiche, dice che “la protesta è iniziata con Todde” e dunque “dov’eravate quando c’era Solinas?“. La risposta è semplice: “A manifestare! E tu?

Ecco alcune foto delle manifestazioni nell’era Solinas, risalenti al 2023:

Fàula 6, 7, 8… le potrai ascoltare al Festival di Oristano, il 5 e il 6 ottobre

Si parlerà anche di speculazione, di ambiente, territorio, cultura, con un obiettivo: capire se le frasi fatte (centu concas centu berritas, pocos, locos, y mal unidos,…) sono vere, ci aiutano, o semplicemente ci pongono dei limiti mentali.

Gli eventi saranno distribuiti nella città per due giorni, il format principale è nel teatro, sabato pomeriggio, ed è assolutamente moderno, la forma è quella dei TedTalk.

Qui sotto potete vedere l’edizione passata 2023.

Ecco il programma completo del 2024:

Prenota il tuo posto in prima fila!


Immagine: assembleasarda.org

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