C’era una volta il MoVimento Cinque Stelle, e sull’Assemblea Costituente Popolare Sarda – S’Imprenta
S’Imprenta – Rassegna stampa dalla colonia (tutti i sabato mattina su S’Indipendente)
Il M5S va a congresso. Todde: «Recuperiamo i nostri principi».
Cosa intende Todde?
Il movimento 5s ha iniziato con un vaffa al potere, parlava di non compromissioni con i partiti e di scatolette di tonno da aprire.
Ora è il potere e lo esercita alla vecchia maniera, dopo essersi concesso a Draghi. Non prima di aver fatto un passaggio insieme alla Lega, come il Psd’Az, per cui insieme a Lussu, anche Casaleggio si “sarà rivoltato nella tomba”.
Il problema non è Conte o Grillo, e la querelle di queste settimane.
Fu lo stesso Grillo ad arruolare Draghi tra i grillini, o viceversa il movimento cinque stelle fu arruolato tra i draghiani.
In questo video di Grillo c’è il momento della trasformazione, dietro mille parole che Grillo sa usare molto bene, in cui accetta Draghi.
Finito il tempo in cui i grillini stavano con i comitati, lottavano nei territori e retwittavano il video di Cossiga in cui accusava Draghi di svendere le aziende pubbliche alla finanza mondiale.
Nel 1992, Soros fece letteralmente crollare la lira e in tempi di magra fu svenduto il capitale bancario pubblico a pochi beneficiari. E questa è storia, non roba da complottisti 11!!1!
La trasformazione è stata totale e rapida.
Durante la scrittura del decreto Draghi, Todde, per sua stessa ammissione, “rappresentava le aziende energivore” dentro al comitato per la transizione ecologica.
Alcune domande per Todde:
1. Perché le aziende energivore dovevano essere rappresentate durante la scrittura del decreto?
Se 1 vale 1, l’industriale dell’azienda energivora già è rappresentato dal voto al parlamento, uguale al mio e a quello di tutti gli altri.
2. Erano rappresentate anche le aziende turistiche e agricole che da quel decreto avevano tutto da perdere? I sindaci? I cittadini e i comitati?
3. Perché, per una cosa così importante, è stata scelta la forma del decreto, usata per le emergenze, quando l’orizzonte temporale della transizione è spalmato fino al 2030?
4. Non ci sarebbe dovuto essere prima un ampio dibattito nella società e nei territori?
E già che ci siamo, visto che ancora non ha risposto:
5. A quanti MW corrispondono i 37 impianti già in lavorazione prima della moratoria, che non verranno fermati?
Todde è reticente e non la racconta tutta, dunque, tiri fuori tutte le carte e vuoti il sacco di quella fase. Racconti anche se continua ad avere rapporti con le stesse aziende energivore e con le aziende delle rinnovabili, settore da cui proviene.
Sono domande che i mezzi di informazione devono fare al potere, e chi governa ha il dovere di rispondere in trasparenza, non si può concludere tutto con una minaccia di querela. Si chiama intimidazione.
Nello stesso periodo abbiamo avuto una destra leghista-sardista che non ha battuto ciglio di fronte all’ondata speculativa, Pais ha preso in giro i comitati promettendo la discussione della moratoria ad agosto 2023 e pochi giorni dopo la giunta firmava l’intesa per il Tyrrhenian Link.
Questa classe politica è delegittimata, e il movimento cinque stelle, quel movimento che voleva porsi in contrapposizione al sistema, non esiste più.
Todde esercita il potere alla vecchia maniera, ha spaccato il fronte dei sindaci (Aree idonee, i sindaci del Nuorese aprono: «Ma niente speculazioni»), quelli del nuorese hanno deciso di collaborare. Todde ha girato loro un onere di segreteria, il lavoro sporco burocratico che la regione non sarebbe mai stata in grado di terminare, prima dell’arrivo in aula della Pratobello 24.
I Comuni sono condannati ad immolarsi, la chiamata di Todde non è un coinvolgimento politico democratico dei territori, devono solamente indicare i vincoli tecnici oggettivi, senza nessuna discrezionalità o parere politico. Stanno distribuendo servitù, c’è poco da collaborare.
In massa dovrebbero indicare i tetti, una sorta di protesta bianca. Ma iniziano a dividersi tra politicamente vicini a Todde e lontani. Dividi et impera, naraiant cuddus.
Ma i tempi tecnici sono troppo stretti, Todde ha calcolato male. Aree idonee, i Comuni non daranno indicazioni: «Tempi stretti, ci pensi la Regione». La corsa contro il tempo di Todde per portare in aula la sua legge prima della Pratobello è saltato?
Ieri si è svolto l’evento della Pratobello 24 a Marina Piccola, con musica, dibattito e firme, mentre al Presidio di Selargius, A Foras ha organizzato il decimo anniversario della manifestazione di Capo Frasca. La CSS nel sit-in di sabato a Cagliari, pone l’accento sulla sovranità sarda negata.
A Selargius, domani, domenica in piazza Si’e Boi, ci sarà un evento del Comitato No Tyrrhenian Link “Firma la Pratobello + Open Mic“, in cui ognuno, in 3 minuti, potrà dire la sua sulla speculazione coloniale, mentre al Presidio ci sarà un mercatino.
Sempre al Presidio di Selargius, qualche giorno fa si è svolto un evento, che fa parte di un ciclo, per ricordare la battaglia dei comitati contro i Radar del Sulcis.
Le manifestazioni del dissenso sono tantissime, la Sardegna è in piena ebollizione.
Intanto sono state depositate le firme per il referendum sulle rinnovabili, ben 25.000.
Questa settimana si è svolta Sa Còja Antiga (il Matrimonio Selargino) e nel corteo hanno sfilato gli sposi incatenati, i gruppi folk e le fasce impettite tricolori dei sindaci, che precedevano di poco cavalli e buoi.
Da qualche tempo ho scoperto che i nomi dei buoi del giogo hanno senso solo in coppia ed ho iniziato a segnarmeli.
Il gioco coloniale è come giogo di buoi, si regge in due.
Ad esempio, due buoi di sabato scorso si chiamavano “Pagu ti tengu” e “Considerau” (ti ho poco – in considerazione). Altri due si chiamavano “Mellus chi nerast” e “Bellus fueddus” (meglio che dica – belle parole). Ecco, la parola “giogo” rende bene l’idea del sistema coloniale che regge il dominio sardo: due buoi complementari che fingono di litigare, ma che insieme trasportano il carico di servitù: “Pinta sa linna” e “Bendidda in Sardigna” (pinta la legna – vendila in Sardegna).
Come se ne esce?
Pittalis e Zedda accolgono con favore la Pratobello 24. Bene! Vedremo in aula come si comporteranno, probabilmente cercheranno di snaturarla, svuotandola del significato per poi dire che l’hanno comunque accolta.
Posto che nessun compromesso è possibile con questa classe politica di destra e di sinistra, si procede con la messa all’odg della Pratobello 24 e con l’assedio fisico e mediatico del palazzo.
Dopo i presidi di Oristano e di Selargius, nasca un sit-in permanente in via Roma, davanti all’entrata del palazzo, che presìdi l’orario di entrata e di uscita dei consiglieri, ogni qualvolta il palazzo si riunisce. Con megafono, stiano con il fiato sul collo, tra ragionamenti e Radio Parolaccia, in modo da ricordare alla classe politica che manteniamo gli occhi puntati sulle mosse e sulle singole posizioni, parola per parola, voto per voto.
Inclusi i silenzi, le astensioni, e gli asterischi di rimando a postille in coda alla legge.
Come punto nevralgico, si colleghi agli altri presidi e comitati sardi, rilanciando la proposta sulla base della richiesta dei territori, un chiaro segnale della prevalenza del territorio comunale nei confronti degli altri enti di livello superiore.
La società civile sarda deve elaborare qualcosa di autoctono e anticoloniale, il movimento deve fare un passo avanti. L’esempio del movimento cinque stelle andrebbe studiato proprio per evitare di cadere negli stessi errori che l’hanno portato alla normalizzazione orwelliana.
Ne S’Imprenta di sabato scorso abbiamo accolto la proposta di Bachisio Bandinu dell’Assemblea Costituente, purché depurata dalla presenza della Giunta e dei partiti coinvolti (cioè tutto il sistema italiano), mentre Cristiano Sabino sull’Antidiplomatico la rifiuta perché coinvolge la Giunta.
Proponiamo a Bachisio Bandinu di replicare su S’Indipendente e di chiarire meglio il suo pensiero, per innescare un dibattito fecondo che, per dirla con Sabino, abbia la “capacità da parte degli intellettuali di estrarre il succo progressivo e rivoluzionario che anima questo movimento“. Gli intellettuali sardi hanno il dovere morale di intervenire su questo fenomeno, non si possono tirare indietro.
Dalla Pratobello nasca un’Assemblea Costituente POPOLARE Sarda, senza Giunta e senza partiti coinvolti con il sistema italiano, che sfoci nella scrittura di una nuova Costituzione Sarda, inserendo i diritti della madre terra, più come ideale legame con il mondo nuragico che come riferimento alle costituzioni del sud America, e inserisca il diritto all’autodeterminazione della Natzione sarda. Venga portata avanti come la Pratobello.
In assenza di una forte ripresa dell’iniziativa dei vari comitati, che possono ritrovare l’unità nei fatti solo a fronte di una grossissima iniziativa aggregante, il rischio è che l’attuale movimento venga risucchiato nel vortice conservativo delle due parti coloniali e che il fenomeno si spenga normalizzandosi e perdendo la carica propulsiva.
Il coordinamento dei comitati rischia di diventare storia. Per ora è impantanato nella richiesta compromissoria per entrare nella cabina di regia con la Giunta regionale e i comuni, dove si sceglieranno le aree idonee: la montagna che partorisce il topolino.
La Sardegna è dentro ad un processo rivoluzionario importante, è necessario non imboccare un binario morto, normalizzante e restauratore.
Cinque Stelle docet.
A Mate Masoni, la collina delle campagne di Selargius di fronte al Presidio, appare una scritta “Hollywoodiana”: A Forasa su Kolonialista.
La foto racchiude un mondo: il vecchio vascone degli anni ’80 mai entrato in funzione, che ha distrutto un probabile nuraghe; ci sono i tralici e i cavi che si collegano alla vecchia stazione Terna; c’è la vigna ben arata e ci sono le piante che dichiarano la voglia di vivere del territorio.
E c’è il messaggio chiaro di resistenza. In sardo.
Sa cida in 1 minutu
Speculazione coloniale. Mario Tozzi: «La Sardegna è il luogo ideale per le rinnovabili». Sostituire “luogo” con “colonia” e il giogo è fatto.
Speculazione coloniale. Repubblica.it, per la Sardegna le rinnovabili sono un buon affare o no? Le risposte della scienza ai dubbi.
“Buon affare” per chi?
Le risposte della scienza, in questo caso, fanno a pugni con la logica, a cominciare dal fatto che ci assegnano la quota di co2, misurata scientificamente… ma creata per produrre energia da consumare in Italia, dato che esportiamo circa il 40% del totale.
Speculazione coloniale. Antonello Peru: «Basta tifoserie contrapposte sulle pale eoliche, la soluzione sono le comunità energetiche».
Approccio lessicale scandaloso, se mi tagliano un braccio e lotto contro chi me lo vuole tagliare, sono un tifoso o sono uno che cerca di far valere i propri diritti?
Speculazione coloniale. Eolico offshore, no della Regione al piano del Governo
Speculazione coloniale. La rivolta delle campagne: «L’eolico minaccia le vigne»
Speculazione coloniale. «Non c’è interesse pubblico per tagliare alberi», primo no dalla Regione all’eolico su Monte Sorbo
In Abruzzo vietano il taglio degli alberi, negando l’interesse pubblico.
Speculazione coloniale (Il Sole24 ore). Costi energetici e mancanza di gas fermano industrie e investimenti in Sardegna
Speculazione coloniale. Intervista a Michele Meloni, Legambiente: “l progetto di Terna del Tyrrhenian Link, in campo in questi anni, è indispensabile per rafforzare la interconnessione attraverso la Sicilia e poi la Campania con la rete nazionale ed europea. Si tenga conto che lo sviluppo delle rinnovabili sarà presente maggiormente nelle regioni del sud. In particolare TERNA segnala la maggiore richiesta di connessione in Puglia con 90 GW , in Sicilia con 70 GW ed al terzo posto la Sardegna con 54,7 GW. La interconnessione tra le regioni sarà indispensabile negli scenari futuri.”
Tradotto: il sud e la Sardegna producono, per portare alla rete “nazionale ed europea”.
Portovesme, Todde ‘Glencore non deve chiudere’
Trasporti. Continuità territoriale, nuovo bando ad aprile 2025. Manca: “Sostegni a chi viaggia”
G7 a Cagliari. G7 del Lavoro a Cagliari. Fari puntati su Iavoro, competenze, formazione e invecchiamento demografico
Politica. Chessa, Maieli e Marras dal Psd’Az a Forza Italia, Tajani: «Frutto di ragionamento politico»
Scompare il Psd‘Az dalla regione
–L’ira di Solinas: «Scelta dettata da convenienza personale, ma il Psd’Az è più vivo che mai»
– Chessa: «Giusto non ricandidare Solinas, ma con Truzzu siamo passati dalla padella alla brace»
– Solinas al veleno: «Io lavoravo, i consiglieri regionali si spartivano i soldi delle sagre»
Sapeva e ha lasciato fare?
Il ciclo Solinas è chiuso da un pezzo, il Psd’Az affonda sotto le ambizioni del segretario che non molla la poltrona.
Politica. Rinnovabili, rabbia Todde: “Disegno politico per abbattermi”
Todde ha dimenticato (o non era in Sardegna) l’era Solinas, e il massacro quotidiano cui era sottoposto, anche per l’aspetto fisico. È la politica! Chi sale deve accettare le critiche, la permalosità non paga, il vittimismo ancora meno.
Media. La Nuova Sardegna non se la passa bene.
Le scomode inchieste della Nuova Sardegna. In Spagna ballo sardo in piscina per il gruppo folk Villagrande Strisaili… con tuffo finale
Oplà!
Fotografia di copertina: Anonimo Artista
Un commento
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Bos torro gratzias pro sas novas.
A innantis de asi