Tutte le contraddizioni di una folle campagna elettorale – S’Imprenta, rassegna stampa dalla colonia
Il dibattito elettorale impazza sulle alleanze, sui candidati, ma latita lo scontro tra programmi e tra idee.
“Caso Sardegna” lo chiamano in Italia, con un’ottica vista dall’esterno, come qualcosa di anomalo che fa parte di una normalità superiore, come un appendice, e non come qualcosa che tenta di riconquistare la sua normalità.
E nel “Caso Sardegna” convivono tante contraddizioni, tanti ripensamenti, cambi di idee, memorie corte: in pieno stile italiano. Sono le elezioni.
Destra: tra Roma e Cagliari, sceglie la magistratura
A quattro giorni dalla presentazione delle liste, con un tempismo perfetto (giustizia ad orologeria, direbbe sa bonànima de Berlusconi) e violando le procedure del segreto istruttorio (sono ancora in fase di indagine) arriva l’inchiesta su Solinas.
Questa la notizia dell’Unione Sarda.
“Secondo gli inquirenti coordinati dal pm Giangiacomo Pilia, […] l’immobile in questione varrebbe 72mila euro, ma il prezzo finale promesso sarebbe stato di 550mila, dei quali versati 375mila. E la differenza di 303mila euro, per gli investigatori, sarebbe una tangente.”
Da queste stesse pagine abbiamo criticato l’operato di Solinas sul disastro sanità, sulla necessità di un piano energetico sardo, sulla mancata moratoria contro l’onda speculativa, sull’intesa sul Tyrrhenian link, sui trasporti e insularità, e su tante altre questioni. Uno dei peggiori governi sardi.
Questa intromissione della magistratura, durante un braccio di ferro sulla candidatura in corso, è quanto meno sospetto. Innocente fino a prova contraria, ma gli effetti sulle scelte elettorali sono immediati e dicono colpevole.
Ricordiamo che appena qualche giorno fa (16 gennaio 2024) il ministero ha proiettato un faro sulla “spettacolarizzazione della magistratura” di Cagliari.
«In sede di emendamenti – ha sottolineato il sottosegretario – si è quindi previsto il divieto di pubblicazione integrale o per estratto del testo dell’ordinanza di custodia cautelare».
Il dilemma infinito su autonomia dei giudici, libertà (sacrosanta) dei giornalisti e garanzie per i politici (cioè i nostri rappresentanti su cui ruota niente meno che la democrazia attuale) che sono innocenti fino a prova contraria, può avere una chiave di lettura alternativa, se visto come scontro tra poteri, dunque misurati e misurabili con i rapporti di forza.
Al di là dei giudici che sbagliano clamorosamente (vedi il caso Beniamino Zuncheddu) la magistratura è chiaramente politicizzata, basta vedere come ha trattato Doddore Meloni.
L’ultrasettantenne Doddore Meloni morì in prigione per evasione fiscale (una roba disumana) Berlusconi, condannato con la stessa accusa, era libero (e ci mancherebbe, un ultrasettantenne) ma sedeva tranquillamente in parlamento. Doddore Meloni era indipendentista e non aveva un contropotere mediatico, politico ed economico altrettanto forte.
È la giustizia italiana, quella del Marchese del Grillo, che in Sardegna è diventata sinonimo di malaugurio!
Del programma della destra, ancora non si sa nulla.
Di Truzzu, inesistente in campagna elettorale, non si conosce il programma, slogan o neppure un accenno di idea. Si conoscono solo i disastri cagliaritani: abbattimento dei volatili di Monte Urpinu, abbattimento degli alberi, immondizia, su cui aveva vinto le precedenti elezioni, caos cantieri che ha avuto ripercussioni pesanti sul traffico e sul commercio.
Potrebbero mancargli i voti di Cagliari e della città metropolitana (non è un dato di poco conto, in un’area in cui gravita il 40% della popolazione sarda). Il sindaco di Cagliari ha generato parecchio malcontento e accumulato malumori.
Inoltre Psd’Az e Lega, che sono tornati “a cuile” (come Alessandra Zedda) nel centrodestra, per vendetta potrebbero optare per il voto disgiunto verso Soru, che potrebbe far guadagnare a quest’ultimo dei punti percentuali non rilevati dai sondaggi. L’esito della partita potrebbe non essere così scontato.
Le contraddizioni del Campo “Largo”.
Questa volta la litania “battere le destre” ha toccato livelli surreali, quando esce dalla bocca di Licheri, coordinatore dei Cinque Stelle, che con la destra ci ha governato. E che destra!
Quella estrema di Salvini, al cui confronto la Meloni sembra una democristiana.
Ecco, ad esempio, il confronto tra “Dottor Ettore e Mr. Licheri”. Nel primo governo Conte, in cui i Cinque Stelle erano alleati con la Lega di Salvini. Una destra che ha fomentato la pancia dell’Italia con una propaganda chiaramente razzista.
Prima:
Immigrazione, il M5s Ettore Licheri: “Era giusto fermare le Ong, bene i decreti sicurezza”
Dopo:
Licheri (M5S): «Soru è il principale alleato della destra»
Inoltre a Sassari i Cinque Stelle (ormai ex) sono alleati e governano dal 2019 con la destra di Nanni Campus, che ha un passato nel Movimento Sociale Italiano (MSI).
Per non parlare delle contraddizioni sul PD- Bibbiano.
Delle contraddizioni della Todde sul Tyrrhenian link e la speculazione, ne abbiamo già parlato.
Prima:
Sardegna, firmato il decreto per la transizione energetica dell’isola grazie al gas liquido. Ma i tempi sono lunghi e Solinas annuncia ricorsi
Dopo:
“Abbiamo la necessità di essere noi a determinare la nostra politica energetica“
Le contraddizioni nella Coalizione Sarda
L’appoggio, seppur esterno, di Renzi, dopo l’entrata in coalizione di Calenda, indebolisce la proposta “sardista” più che rafforzarla. Renzi, il cui referendum costituzionale centralista era chiaramente antisardista, si porta dietro l’attuale assessora all’industria, Anita Pili, di cui abbiamo già scritto in questo articolo, a proposito di responsabilità sul Tyrrhenian link.
Ce la troveremo come assessora, entrata dalla finestra?
Ora Soru si schiera contro la riforma costituzionale dell’autonomia differenziata, perché vuole “distruggere l’autonomia sarda“.
È indubbio che la mancata raccolta delle firme indebolisca gli indipendentisti di Vota Sardigna e di Liberu, soprattutto perché la raccolta delle firme è essa stessa campagna elettorale. Sardegna chiama Sardegna ha al suo interno una struttura più o meno capillare e insieme ad iRS e Progres avrebbero potuto fare uno sforzo aggiuntivo.
Per i Rossomori, in corsa in solitaria (non sono con Soru) con candidata Lucia Chessa, la questione è ancora più evidente, non avendo accettato alcun compromesso con gli altri partiti.
Pèrdono parte della loro forza dura e pura.
Ma la lotta è impari, contro partiti che godono della visibilità quotidiana su TV statali. La contraddizione è comprensibile e giustificabile.
Le contraddizioni della legge elettorale
Ricordiamo che vince al primo turno il candidato presidente che ha 1 solo voto in più rispetto agli altri. D’altro canto per entrare in Regione è necessario che le liste singole superino il 5% e che le coalizioni superino il 10%.
Per capire quanto è strutturata male questa legge, dal punto di vista logico razionale, oltre che democratico, possiamo ipotizzare un caso estremo, al limite dell’assurdo: potrebbe capitare che Soru (o la Todde) vinca, anche solo superando di un punto percentuale il secondo, ma se le liste associate non raggiungessero il 9%, Soru stesso non entrerebbe nemmeno come consigliere.
È un caso irrealizzabile, ma che mostra come questa legge elettorale sia stata strutturata in maniera troppo restrittiva per bloccare la nascita di alternative al duopolio italico. È inammissibile che sia stata anche semplicemente concepita e, peggio, che non sia stata ancora modificata.
Inoltre c’è un’altra contraddizione: la raccolta delle firme con lo SPID è accettata per i referendum, ma non per le elezioni. Solo uno stato burocraticamente antidemocratico può vietare una tecnologia che d’altro canto viene accettata per transazioni bancarie, per questioni fiscali, per i rapporti con l’INPS, dunque rapporti con lo stato stesso.
A fronte di questi bizantinismi, cercare di bypassare queste storture è un male minore, a volte necessario.
I partiti principali hanno strutture elefantiache e sono capillarmente diffusi.
Il sistema politico sardo, frutto di scimmiottamenti dei talk show televisivi italici, agevola la scelta binaria tra i due schieramenti italiani.
Inoltre la legge del carro del vincitore vuole che i partiti principali, che hanno una torta e tante carriere da spartire, siano sempre pieni.
Per contro, i partiti indipendentisti hanno da offrire tanto sudore, collette per autofinanziamenti e qualche travaglio di bile.
Àteras novas de sa chida
Polìtica e tzerachìa
“Il nuovo testo dei meloniani potrebbe rallentare la riforma. Calderoli la difende: “Le divergenze tra Nord e Sud già esistono e sono conseguenza della gestione centralista”. Reazione compatta di Pd, M5S, Avs, renziani e Azione. E lo scontro arriva in Aula“
Ambiente & Speculatzione
Mèdia & Potere
Che succede a Sardiniapost?
In piena campagna elettorale con scontri e fratture tra partiti e candidati, da qualche giorno Sardiniapost mette in Home page notizie frivole.
Protesta dei giornalisti?
Scola sarda
Sanidade sarda
“Diffuso l’ultimo report della Fondazione Gimbe. Nell’Isola il saldo della “mobilità sanitaria” è in “rosso” di quasi 65 milioni“
Economia Coloniale
Logica che non torna.
Ogni pensionato ha già versato i suoi propri contributi personali, bisogna capire che fine hanno fatto quei contributi.
F2i, che tenta il monopolio degli aeroporti sardi, nel cui cda siede Antonello Cabras, entra nell’acquisto della Rete Tim.
Le forchette sulla Rete Tim si moltiplicano.
Vàrias
Imàgine de sa chida
Il saluto fascista è reato, ma non per le commemorazioni
èja, èja, alalà
Immagine copertina: